Leonforte: Albo Pretorio, quest’illustre sconosciuto. Di questa ed altre “letture” di vita

Enna è al 103° (su 107) posto in Italia per la qualità della vita: stiamo male. Sanità, viabilità, occupazione, cultura e socialità sono di pessima qualità, primeggiamo in difetto. A Leonforte che nella graduatoria è risultata N.C. un unicum però esiste: la classifica a punteggio variabile.
A inizio 2019 avranno risposta (si spera) le domande di servizio della comunità avanzate a inizio anno scolastico 2018/2019, a partire dall’assistente all’autonomia e alla comunicazione obbligatorio per legge. I partecipanti alla graduatoria ASACOM sono stati tanti, tutti motivati e punteggio muniti, ma molti si sono rivelati distratti, infatti, dopo il primo step è emersa la mancanza di dati fondamentali all’ammissione, pazienza, l’importante è partecipare specie se in gioco c’è l’integrazione dei disabili, che hanno diritto all’istruzione, ma per cinque mesi (quel che rimane di questo anno scolastico) invece che dieci come gli altri, “i normalmente abili”.
Il 2019 però porterà tante cose nuove e tutte belle al paese: ci sarà la mensa scolastica, “lo spazio gioco” al nido, il pavimento in piazza del 2000, e poi l’avvio dell’Ecomuseo, così la finiamo con questa camurrìa del “c’è ma non si vede” e soprattutto ci sarà l’obbligo di lettura dell’albo pretorio, questo illustre sconosciuto.
Leggetelo cittadini l’albo pretorio che dentro c’è tutto, interrogazioni consiliari antipatiche, dettagli, contraddizione e conferme, risposte variegate nella quantità e nella qualità, anche quello che non c’è ha un suo perché.
E le domande?
A chi le lasciamo? Chi se ne farà carico? Sono conseguenti o anticipatorie? E possono a loro volta generare domande?
Qual è il punto di declinazione massima o minima della democrazia: offrire domande o risposte?
Il 2019 porterà a tante cose: realizzazione di progetti, promesse, sogni, certezze e pure vie di fuga per i cervelli più dotati o disperati.
Ce n’è per tutti: sognatori, visionari, veggenti, futuristi, nostalgici del passato, pessimisti, catastrofisti, allarmisti, “lagnusi” e salvatori di patria. Basta crederci, e “ammuccare”speranze.
E poi ci sono le piccole cose, quelle che, sull’albo pretorio non stanno scritte.
“Stinnicchi” di gente comune che la politica ha deciso di farla da sé, quella sociale, solidale, comunitaria, quella “volontaria” e immediata.
Allora può accadere di partecipare ad un mercatino solidale, assistere alla rappresentazione museale della natività grazie alla sinergia generazionale di un quartiere, e ancora, di venir guidati a vivere un solstizio di inverno e poche ore dopo ritrovarsi a discutere do “paisi”, dei giovani, e della cultura accompagnati da “fruata” e bibita con i volontari del progetto Parco Sottarco, e sentirsi parte di un luogo, un ricordo di infanzia fatto di “bagghi” e “curtigghio” il cui risultato è uno scambio di idee, esperienze e buoni propositi.
E perdonateci se ci sfuggirà qualche altro esempio di volontariato disinteressato e appassionato per la vitalità e vivibilità del nostro paese.
Tante potrebbero essere le cose da progettare dal 2019 in poi per rendere questa, ed altre realtà, più vivibili nei servizi sociali, nel potenziamento delle infrastrutture, nella salvaguardia di quel che resta del centro storico, nel riuscire ad essere coerenti con il proprio progetto politico di sviluppo, e nel saper leggere le cose, le persone e le azioni. E risalire, perché no, di qualche punto la classifica della qualità della vita.
Don Milani diceva che la differenza fra padrone e servo è nella conoscenza delle parole, più si conosce e meglio è direbbe il Don ai paesani non avvezzi a certe letture, e di conseguenza allo “stuzzichìo” del dubbio.
Noi, le domande ve le abbiam poste, a voi la ricerca delle risposte.