Potrebbe se volesse.
La sanità in provincia di Enna ha sicuramente bisogno di una seria, attenta e puntuale attività di programmazione, che parta dall’immediato e si proietti nel medio e lungo termine e di questo non possono che farsi carico i sindaci. E’ loro competenza (D.L.vo 502/’92, il D.L.vo 517/93 e il D.L.vo 229/99) nonostante ciò e nonostante numerose siano state già le emergenze è mancata un’azione corale dei sindaci da esprimere nella conferenza provinciale. E’ la conferenza dei sindaci che attribuisce ai primi cittadini il ruolo di programmazione e controllo delle aziende sanitarie del territorio, compito importante per i cittadini che con i sindaci dialogano.
La mancanza di una rete sanitaria regionale ha creato delle assurdità drammatiche per il bene comune: nel raggio di pochi chilometri ci sono infatti 4 chirurgie e 4 medicine tutte con carenze di personale e di attrezzature. In passato si era paventata la possibilità della specializzazione in rete ossia della peculiarità di reparti specifici distribuiti sul territorio e di nosocomi generalisti accentratori dell’interesse generale. Ipotesi ragionata e ragionevole.
Il dott. Iudica nella conferenza stampa di presentazione ha ricordato l’ipotesi dell’F/B/C come centro specialistico di medicina dello sport già dieci anni addietro. Ipotesi accantonata da tempo. L’emigrazione sanitaria ha negli anni passati gravato pesantemente sulle casse della sanità siciliana e altrettanto oneroso è il decentramento nel catanese degli utenti ennesi e per il personale medico e paramedico.
Il territorio continuerà ad impoverirsi non solo in termini di servizi ma anche in termini economici e di occupazione.