E pensare che 25 anni fa ormai la partitocrazia era praticamente azzerata da Tangentopoli che, penso sia ormai pacifico, non ha rappresentato proprio un periodo di trionfo della giustizia ma qualcos’altro con in mezzo qualche luce su molte ombre che tutt’oggi ci portiamo (solo un bambino può credere che quella stagione abbia rischiarato tutto). I maggiori partiti erano allo sfacelo, restava solo quel rimasuglio di comunisti, moralmente più allo sfacelo dei partiti perché, è giusto ricordare, ormai l’Unione Sovietica era un ricordo, guidati dal baffone Achille Occhetto.
E pensare che dopo 25 anni oggi il telegiornale, Mediaset ovviamente, unendo questi due paragrafi qui sopra scritti, li ha più o meno collegati facendo capire che l’Italia stava correndo un grande pericolo perché i comunisti brutti, sporchi e cattivi mangia bambini, stavano per impadronirsi del potere. Tutto sembrava perduto, quando improvvisamente arrivò una speranza. Un Salvatore della Patria: Silvio Berlusconi. E poi lì con la manfrina di tutto ciò che è stato fatto, con Pratica di Mare sempre in bella mostra, i vari record e la nascita di questa fantomatica seconda repubblica, un obbrobrioso scopiazzamento dai francesi che tanto stiamo osteggiando. E vabbè, giustamente i cagnolini del padrone non possono mordere la mano che gli dà da mangiare… è comprensibile, è da 25 anni che lo abbiamo capito. Perché da quel giorno non è cambiata solo la politica. È anche cambiata l’Italia. Berlusconi ha sicuramente tanti meriti e altrettanti demeriti (è inutile per non dire fazioso assolutizzare o l’uno o l’altro verso), ma in questi 25 anni ha fatto qualcosa che non riesco a capire se rientri tra i meriti e i demeriti: ha svelato la nostra indole umana. Un indole che non conosce il bianco e il nero, ma tanti grigi. Un indole che non è libera ma condizionata, vuoi dal denaro, vuoi dal posto di lavoro, vuoi dalla raccomandazione di tizio o di caio. Ha reso “legale”, meglio dire accettabile, quello che con Tangentopoli si è cercato di eliminare. E per giunta ce lo ha inculcato maggiormente nel DNA. Un DNA di un italiano sornione, furbo, passionale, a volte ingenuo, facilone, avventuroso, amabile e amatore. Berlusconi ha fatto presa sul popolo perché, da bravo comunicatore e da self made man ha capito che per sfondare bisogna semplicemente essere come l’elettore. E dato che viviamo in democrazia col suffragio universale dove anche la più capra può votare e i pascoli sono pieni di questi allegri animali, bisogna abbassare il livello e farsi sentire uno di loro.
Alain Calò