L’Università Popolare di Leonforte celebra la Giornata della Memoria

Leonforte. Lunedì 28 gennaio l’Università Popolare ha celebrato la Giornata della Memoria perché ricordare è un dovere. Il Termine ebraico Shoah significa «tempesta devastante» (Isaia 47, 11). Con il termine Shoah si indica lo sterminio del popolo ebraico durante il Secondo conflitto mondiale e lo si preferisce a olocausto in quanto non richiama l’idea di un sacrificio inevitabile. Fra il 1939 e il 1945 circa 6 milioni di Ebrei vennero sistematicamente uccisi dai nazisti del Terzo Reich per creare un mondo più ‘puro’ e ‘pulito’. L’Università Popolare ha ragionato su due fake e sui cognomi degli ebrei per capire la normalità dell’ebreo prima che le leggi razziali lo rendessero un criminale. Dei protocolli dei Savi di Sion si è detto, a proposito dell’affermazione del senatore Lannutti del M5S. I protocolli, probabilmente ispirati al “Dialogo all’inferno fra Machiavelli e Montesquieu” apparvero in Francia attorno al 1864 e già nel 1921 il Times ne svelò la falsità. Il documento costruito ad arte per giustificare l’odio verso l’ebreo desideroso di potere, nei 24 capitoli che lo compongono, elenca i modi per dominare il mondo. Tradotti in 60 lingue i protocolli hanno contribuito, sebbene falsi, ha diffondere l’antisemitismo e tutt’oggi lo fomentano nei Paesi del Medio Oriente . La seconda menzogna riguarda il dott. Giovanni Borromeo (1898-1961), che inventò il morbo di K per salvare centinaia di ebrei dai campi di sterminio nazisti meritando di diventare Giusto fra le Nazioni il 2 marzo del 2005. La caccia agli ebrei iniziò il 10 novembre del 1938 con le leggi razziste, che resero irregolari uomini e donne colpevoli di essere ebrei. Da un saggio del giornalista Genco sono stati letti i cognomi degli ebrei siciliani espulsi dalle scuole pubbliche: Mazza, Maimone, Lo Presti, Palumbo, Di Bella, Di Dio, Caviglia, Lopez, Vitale…cognomi diffusi anche fra i non ebrei perché comune fu il metodo patronimico di nominare le famiglie a partire dal Concilio di Trento del 1560. Sulla facciata del comune di Leonforte il 20 dicembre del 1938 apparve una avviso, che obbligava alla sottoscrizione della Dichiarazione di non appartenenza alla razza ebraica. La facilità con cui l’antisemitismo nazifascista si diffuse è da attribuire alla propaganda instillata con sapienza, quotidianamente. Dal primo gennaio del 1938 al 10 giugno del 1940 oltre 1000 articoli, saggi e vignette vennero pubblicati e diffusi con ogni mezzo facendo “ il nido nelle coscienze, trasformando gli stereotipi, le frasi fatte,, le bugie risapute e non contestate in verità” Genco, perché disse Goebbels, il ministro della propaganda hitleriana, “ripetere una menzogna 10, 100, 1000 volte vuol dire trasformarla in verità”. L’Università Popolare, al tempo del silenzio colpevole degli uomini di Stato che così agendo contribuiscono alla dimenticanza di fatti storici unici ma ripetibili, ha celebrato la Memoria, coltivando il senso critico e il rispetto per l’altro come ogni buon cristiano dovrebbe fare.

Gabriella Grasso