Leonforte. L’Urne dei Forti

Leonforte. L’Università Popolare lunedì pomeriggio ha completato il ragionamento sulla sacralità dell’urna cominciato con le cripte sconosciute di Leonforte e proseguito con le Foibe. Il professore Nigrelli ha spaziato dall’Iliade all’Eneide e soffermandosi sui Lari, i Mani ed i Penati ha chiarito il concetto di focolare domestico. La religiosità del popolo che si insediò alle rive del Tevere, legata ai cicli agrari e al focolare di casa, fu certamente influenzata da quella latina etrusca e greca. Il culto degli antenati era in quelle realtà preponderante e così fu anche per i romani. I Lares erano gli antenati venerati nella domus romana. Il latino lares deriva dall’etrusco lar ovvero padre. I Lari venivano posti in una nicchia della casa chiamato Larario e onorati con incensi ed un fuoco perennemente acceso.
I Penati erano gli spiriti protettori e in origine custodivano il cibo della casa, il loro posto era il Penitus. Ogni famiglia aveva i propri Penati, che venivano trasmessi in eredità insieme ai beni patrimoniali. Dei Penati, che risiedevano nel Larario e dei Lari, si occupava il pater familias, che puliva regolarmente l’edicola e ad ogni pasto offriva loro del cibo: il sale, che purifica e conserva e il farro, il primo cereale coltivato dai romani. I Mani erano invece gli spiriti dei defunti tutti, celebrati in due periodi dell’anno: i Rosaria nel mese di maggio e i Parentalia dal 18 al 21 febbraio. Il professore Nigrelli ha anche letto alcune Tabelle Defectionem ossia i moniti ai tombaroli: “possa tu vivere tormentato dai dolori e non trovare sepoltura” e concluso la lezione con l’episodio di Palinuro. Alla lezione di lunedì ha preso parte anche Giuliana Di Franco di Parco Sott’Arco per riferire quanto fatto dagli attivisti dell’associazione nata nel 2017 e partecipare all’evento che si terrà sabato 23, presso la chiesa del Carmelo: “Adotta Una Lampadina”. La lezione concentrata su Leonforte non poteva trascurare, seppur marginalmente, i fatti di Porta Palermo; il cui restauro ha diviso la cittadinanza. Sull’argomento tornerà l’U.P. dopo la presentazione al pubblico del monumento “ritoccato”. L’assemblea come il paese è parsa divisa in due frange i pro perché un pezzo di storia paesana è stata salvata ed i contro perché un pezzo di storia paesana è stata tradita.