Il contributo del preside Giovanni Vitale alla crescita civile di Troina

Il contributo del preside Giovanni Vitale alla crescita civile di Troina.
Un bel libro ne ricostruisce la biografia.


Di Giovanni Vitale, scomparso nell’agosto 2016 all’età di 96 anni, che in paese tutti lo ricordano come ‘il preside’, Pino Scorciapino ne traccia il profilo biografico nel libro ‘Giovanni Vitale, una vita per la scuola. E non solo…”, scritto attingendo al ricchissimo archivio privato di Vitale e delle testimonianze dei nipoti Anna Maria Vitale, Anna Vasquez e Massimiliano Ragusa, che ricordano lo zio con affetto e stima. Scritto con un linguaggio colloquiale, il libro è di agevole e piacevole lettura. Vitale è stato un uomo del ‘Novecento’, del secolo breve come definito da Eric Hobsbawm. Nato nel 1920 in una famiglia di piccola borghesia di laboriosi e ottimi artigiani muratori, scalpellini e stuccatori, che nell’istruzione, in particolare quella universitaria, vedeva uno strumento di ascesa sociale, Vitale, il quarto di cinque figli, è avviato agli studi. Completata la scuola elementare, il padre lo mandò a studiare a prima a Randazzo, nel collegio San Basilio dei salesiani, e dopo i cinque anni di ginnasio, a Catania al liceo classico ‘Nicola Spedalieri’. In quegli anni a Troina c’erano soltanto la scuola elementare, la scuola privata di avviamento industriale e la scuola serale di disegno industriale frequentata da artigiani. Conseguita la licenza liceale, nel 1939 s’iscrisse alla facoltà di lettere classiche dell’Università di Catania, ma rinunciò al congedo anticipato per essere ammesso al corso allievi ufficiali universitari. Con il grado di sottotenente di fanteria, nell’aprile del 1942, assegnato al 260° reggimento della divisione Murge, si imbarcava a Bari per la Croazia. Per il 22enne Vitale, quella fu un’esperienza terribile dalla quale, per fortuna, ne uscì indenne. Per un serie di singolari circostanze, nei giorni drammatici dell’estate del 1943, Vitale era a Roma dove aveva trovato lavoro come ‘insegnante ripetitore’ nel collegio San Gabriele. Dopo la liberazione di Roma nell’aprile del 1944, rientrò in Sicilia e il 19 marzo 1945 conseguì la laurea in lettere antiche nell’ateneo catanese. Iniziava il suo impegno di uomo di scuola negli anni 1949-1953, che per Troina, con i lavori per la costruzione della diga prima e con la nascita dell’Oasi Maria SS, segnarono un balzo in avanti della società troinese che da un’economia agraria povera passava direttamente ad un’economia post industriale di servizi relativo benessere, saltando quell’intermedia dell’industrializzazione. Con Vitale docente e preside della scuola media privata ‘Benedetto Virzì’ fondata nel 1948, diventata parificata nel 1950 e statale nel 1960, Troina aveva finalmente la sua scuola media. Sono gli anni in cui conobbe la nicosiana Anna Maria Angilello, insegnante di italiano, storia e geografia, che sposò nel 1956. Fu un matrimonio felice, che durò tutta la vita e non subì alcuna incrinatura. Non ebbero figli. Di lei, che fu la mia professoressa di latino e italiano negli anni scolastici dal 1962 al 1965, conservo un bel ricordo. Fu un’ottima insegnante che sapeva coniugare severità, equilibrio e senso di umanità nel valutare i suoi alunni. Tutti e due dedicarono la loro vita alla scuola. A buon diritto, Vitale si può considerare il fondatore della scuola media statale ‘Don Bosco’ di cui fu ininterrottamente preside per 28 anni dal 1962 al 1990. Per Vitale l’insegnamento non era un mestiere come un altro, era una missione come lo era stato per San Giovanni Bosco al quale volle intitolare la scuola. Fu un preside moto amato da insegnanti e personale non docente della scuola, che, anche quando non era più il preside e già avanti negli anni, l’invitavano sempre alle cerimonie di commiato per il loro pensionamento. Vitale era un intellettuale di formazione cattolica, che aveva un robusto senso civico. Era animato da un forte senso di responsabilità civica nei confronti del suo paese. Convinto democristiano, ricoprì anche incarichi di assessore e consigliere comunale negli anni ’50 e nella prima metà degli anni ’70. Fu segretario della locale sezione della Dc nel 1978, l’anno del rapimento e dell’uccisione del presidente nazionale della Dc, Aldo Moro, da parte delle Brigate Rosse. Fu presidente, per molti anni, del Pio Collegio Maria Addolorata. Persona stimata e di buon senso, fu anche governatore della confraternita ‘Monte di Pietà’ e presidente del ‘Gabinetto di lettura’. Tutti incarichi adempiuti con serietà e dedizione da Giovanni Vitale, ‘il preside’ per antonomasia.

Silvano Privitera