L’incontro nello specifico del nostro interesse in questo articolo aveva come oggetto i “cantatura”: cantori, menestrelli che cantano una sorta di lamento in dialetto per le feste sacre, con un’intera, potremmo dire, “compilation” o “hit parade” in cui ci sono anche due canzoni in lingua latina eseguite soprattutto per i riti della settimana santa. Ovviamente la ricchezza e il valore di tutto ciò sta anche nella trasmissione orale di questi piccoli tesori. Siamo quindi dinnanzi ad un Pisistrato che ha permesso la decodifica scritta della tradizione orale dell’Iliade e dell’Odissea (ovviamente la similitudine sembra azzardata, ma nei fatti è proprio questa la sostanza!). E il Pisistrato di tutto ciò è un ragazzo che si chiama Sebastiano Giuliano, leader di un gruppo (composto anche da ragazzi molto giovani) che si è fatto carico della riscoperta e valorizzazione di questa bellissima peculiarità ceramese. A incorniciare tutto ciò la viva collaborazione generazionale tra amministratori e “baby” amministratori (i giovani consiglieri erano presenti) e la “rampa di lancio” di Matera Capitale Europea della cultura 2019. Ma la rampa di lancio non serve solo per una “toccata e fuga”, ma permettere il reiterarsi e far riscoprire di anno in anno le tradizioni. Cerami_Lab non si ferma, ovviamente, solo ai “cantatura” ma è un progetto più ampio nella riscoperta a 360° di tutte le tradizioni del paesino nebroideo. Importante anche l’incontro che l’Amministrazione vuole proporre alle scuole sulla nuova “droga” del telefonino che ormai ci ha reso, grandi come piccoli, delle isole senza alcun legame con l’esterno. Delle isole noiose, tutte uguali, senza alcuno spirito critico e omologati per come questa maledetta società ci vuole. Massa informe come le pecore di un gregge. Tutte queste iniziative, sembra retorica ma non lo è, servono a spezzare questo “iter” che ci condurrà al burrone della perdita della nostra essenza di Uomo e di Cittadino, di Homo Faber e essere che si erge, attraverso i propri talenti, sulle bestie. Pensiamo ormai troppo. O meglio, pensiamo con pensieri imboccati da altri. E sentiamo poco. Ricominciamo a sentire e pensare. A emozionarci. A vivere la nostra Storia e diventarne parte non come agenti passivi ma come attivi.
Alain Calò