Nell’operazione di polizia Omega, coordinata dalla D.D.A. di Messina, sono state riscontrate le relazioni dell’imprenditore con Mario Aquilia, indicato nell’indagine quale appartenente alla famiglia mafiosa barcellonese.
Nell’attività investigativa Scipione, coordinata dalla D.D.A. di Messina, è stato documentato un incontro di mafia, tenutosi nell’autunno del 2003 ad Aidone – nel “Casale Belmontino” riferibile a Mario Giuseppe Scinardo – al quale avevano partecipato alcuni tra i più importanti esponenti della criminalità organizzata messinese dell’epoca (il noto boss Sebastiano Rampulla, il cugino Pietro Iudicello, Vito Rampulla, figlio di Pietro, Carmelo Bisognano) e verosimilmente lo stesso proposto e/o stretti familiari.
Il nominativo di Smiriglia figura anche nell’indagine Dionisio, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catania, nel cui contesto si palesano ulteriori elementi significativi delle cointeressenze imprenditoriali dell’uomo e della consorteria criminale mafiosa di Mistretta; nello specifico l’imprenditore avrebbe aperto a Castelbuono (in provincia di Palermo) un impianto di calcestruzzo “sotto la regia” del noto Bartolomeo Testa Camillo e l’autorizzazione di Sebastiano Rampulla.
Nel corso dell’indagine Autostrada, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Salerno, sono stati documentati i collegamenti tra l’imprenditore Antonio Iovino, affiliato al clan camorristico “Fabbrocino”, e i responsabili di alcune imprese messinesi, tra le quali anche una società direttamente gestita da Smiriglia.
Nel corso dell’operazione Montagna coordinata dalla D.D.A. di Messina, quale naturale prosieguo dell’indagine Scipione, nell’anno 2007, l’uomo è stato raggiunto da misura coercitiva, con la contestazione del reato associativo mafioso per aver preso parte all’attività della famiglia di Mistretta, con l’intento specifico di ottenere il monopolio nella realizzazione di grandi opere pubbliche e quindi di partecipare alle più importanti gare d’appalto. Successivamente il precitato è stato completamente prosciolto dai capi d’imputazione, ma ulteriori e sopravvenute risultanze investigative – e in particolare le dichiarazioni di collaboratori di giustizia quali Carmelo Bisognano – hanno portato la stessa procura inquirente a ipotizzare la possibile revoca della sentenza di “non luogo a procedere” nei confronti di Antonino Smiriglia in quanto ritenuto contiguo all’associazione mafiosa riconducibile a Cosa Nostra e operante nel territorio della provincia messinese.
Antonino Smiriglia, inoltre, figurava imputato in procedimenti penali, presso la Procura della Repubblica di Patti, per il reato di bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale in ordine a contesti societari nella sua disponibilità.
Sono state sottoposte a confisca 7 aziende, operanti nel settore del movimento terra e della produzione di calcestruzzo/costruzioni edili, diversi fabbricati e terreni ubicati nei comuni di San Marco d’Alunzio e Sant’Agata di Militello, veicoli, moto e rapporti finanziari, per un valore complessivo di oltre 4,5 milioni di euro. Contestualmente è stata disposta nei confronti di Smiriglia l’applicazione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, con obbligo di soggiorno nel comune di residenza, per la durata di tre anni.