Calascibetta: dopo 35 anni, riapre piazza San Pietro

Calascibetta: piazza San Pietro torna “vivibile” dopo 35 anni. Quattro mesi di lavori e una spesa di circa 130 mila euro hanno permesso la riapertura di uno degli angoli più suggestivi di Calascibetta, dove sorge la Torre Normanna. Considerato uno dei belvederi più belli del paese, da li si può ammirare il vulcano Etna, il monte Altesina, il Castello di Lombardia e parte delle Madonie, fu chiuso nel lontano 1985 a causa del crollo di una parte del costone roccioso.

Per circa 35 anni la piazza è rimasta interdetta ai turisti, sino a quando l’attuale Amministrazione Capizzi ha deciso di avviare una serie di lavori, apportando delle modifiche, al fine di rendere fruibile la piazza. Si è infatti deciso, a seguito del progetto redatto dall’Ufficio tecnico comunale, guidato dall’architetto Nicola Mazza, di eliminare alcune aiuole, lo scopo è quello di evitare che l’acqua piovana possa infiltrarsi facilmente nel sottosuolo indebolendo la roccia, pavimentarla e di arretrare la ringhiera di sette metri rispetto la collocazione originaria. La piazza, così facendo, è stata messa in sicurezza; la parte calpestabile infatti rimane distante dalla zona del crollo.

“Consegniamo agli xibetani e ai turisti una piazza storica, un angolo affascinante del paese. La riqualificazione del territorio non può prescindere dal ricostruire il passato per valorizzare il presente”, ha spiegato l’assessore ai Lavori Pubblici Salvatore Cucci, colui che ha voluto fortemente la realizzazione dell’opera. Dopo la benedizione impartita dall’arciprete Giuseppe Di Rocco è seguito un intrattenimento musicale a cura del Corpo Bandistico “A.Giunta” e la degustazione di pane condito.

Per riportare invece tutta la zona all’antico splendore sarebbe necessario mettere in sicurezza il costone roccioso (un progetto esecutivo esiste già, ma la spesa si aggira intorno a tre milioni di euro), inoltre occorrerebbe rifare il tetto e il prospetto dell’antica chiesa intitolata a San Pietro, oggi inagibile. Quest’ultima opera, però, necessita dell’interessamento della Chiesa xibetana e della Diocesi vescovile di Caltanissetta.

Francesco Librizzi