Da noi usa infatti non pagare il posteggio perché il palo che fischia prima dell’ausiliare al traffico c’è sempre.
E poi che farsene di un posteggio ordinato in un paese disordinato? L’ordine non è cosa nostra, preferiamo infilarci a lisca di pesce sui marciapiedi e sfidare la sorte.
Il paese avanza a ritroso secondo un disegno preciso: scabbia a scuola, posteggio a muzzo e ricami lungo le strade per dare vivacità all’anonimo asfalto.
Gabriella Grasso