Troina, per la prima volta i Ddarara concludono non a cavallo ma a piedi il pellegrinaggio in onore di San Silvestro

Troina. Spesso la realtà riserva delle sorprese che neppure la più fertile fantasia riesce ad immaginare. Che i Ddarara concludessero il loro pellegrinaggio a piedi nessuno poteva pensarlo.

Lo fanno per intero a cavallo da tempi immemorabili. Eppure è accaduto! Quando si dice che la realtà supera la fantasia, a volte c’è da crederci.
Domenica hanno concluso il loro pellegrinaggio votivo in onore di San Silvestro, monaco basiliano e patrono di Troina sfilando a piedi per le vie del paese per raggiungere la chiesa a lui intitolata dove hanno deposito foglioline di alloro sulla tomba del santo patrono di cui sono devotissimi. Erano partiti in circa 150 venerdì in tarda serata da qui in groppa ai loro cavalli per raggiungere Piano Giulietto sui Nebrodi per raccogliere i rametti di alloro da portare in omaggio a San Silvestro. Come è tradizione, anche domenica mattina con i loro cavalli addobbati con i tradizionali paramenti e carichi di alloro si sono dati appuntamento a Piano delle Giumente, a pochi passi dal centro abitato, per concludere il loro pellegrinaggio votivo, sempre in groppa ai loro cavalli, percorrendo le vie del paese fino a raggiungere la chiesa di San Silvestro da dove erano partiti venerdì a tarda sera. Anche quest’anno, come del resto avviene da sempre, la confraternita San Silvestro era presente con il suo procuratore con il suo cavallo ed un gruppo di stendardieri che hanno il gravoso compito di portare l’imponente e maestoso stendardo alla testa del corteo. C’erano anche quelli dell’associazione dei cavalli bardati, che non fanno parte dell’associazione Ddarara. Anche loro, con i cavalli bardati, volevano partecipare al corteo per le vie del paese a conclusione del pellegrinaggio. Ma i Ddarara hanno fatto capire che la partecipazione dei cavalli bardati non era gradita perché non volevano che il loro pellegrinaggio si trasformasse in folclore. Si è innescata una lunga e discussione. Non sortivano alcun effetto i tentativi di mediazione e di far cambiare idea ai Ddarara. Intanto ci metteva pure il clima inclemente. Ma i Ddarara il loro ‘viaggio’, come chiamano il pellegrinaggio, non volevano rinunciare a ‘consegnarlo’ al santo patrono. Dopo aver condotto i loro cavalli nelle stalle, hanno sfilato a piedi le vie del paese per raggiungere la tomba di San Silvestro nell’omonima chiesa nel quartiere Corso. Alla testa del corteo c’era anche il procuratore della confraternita San Silvestro. Il pesante stendardo non apre il corteo. Pioviggina e soffia un fastidioso venticello che rende impossibile reggerlo. Per precauzione viene riavvolto e non portato in processione. A pomeriggio inoltrato sono arrivati nella chiesa di San Silvestro e hanno concluso il pellegrinaggio inginocchiandosi dinnanzi alla tomba del santo. Per Ddarara, come per i Ramara (l’altro gruppo di devoti che il pellegrinaggio l’hanno fatto a piedi una settimana prima), il pellegrinaggio sia a piedi che a cavallo non è solo un cammino lungo e faticoso, è anche e soprattutto una manifestazione religiosa molto sentita.

Non è folclore o un semplice attrattore turistico. Certo, essendo un pellegrinaggio molto suggestivo di antichissime origini e ricco di significati simbolici, richiama molta gente che viene a Troina apposta per vederlo. Trovare un modo come conciliare le due cose (manifestazione di fede e attrattore turistico) non è facile. C’è il rischio di ridurlo in cenere. E come ammoniva saggiamente Gustav Mahler, “la tradizione non è culto delle ceneri, ma è custodia del fuoco”.

Silvano Privitera