Piazza Armerina: misura cautelare in carcere per il 31enne che ha accoltellato il padre giunto in Sicilia tre giorni fa dalla Germania

Carlo Lo Monaco, indagato per l’omicidio del padre presso una macelleria di Piazza Armerina, si è sottoposto questo pomeriggio presso il Commissariato di Polizia locale, alla presenza del suo difensore di fiducia avvocato Lorenzo Caruso, all’interrogatorio di persona sottoposta ad indagine, rispondendo alle domande postegli. Il PM nominato dottor Salvatore Interlandi, ha disposto la misura cautelare della detenzione carceraria presso la Casa Circondariale di Enna ed ha provveduto ad inoltrare al competente GIP domanda di convalida dell’arresto e della misura applicata. Nei prossimi giorni verrà fissata l’udienza di convalida davanti al GIP e probabilmente il Pm darà incarico ad un suo consulente medico legale per l’espletamento dell’autopsia. Nuovi sviluppi arriveranno sicuramente all’esito dell’udienza davanti al GIP. L’avvocato Lorenzo Caruso, sui gravi fatti di stamane, esprime al momento il massimo riserbo.

Carlo Lo Monaco

Prima ha postato su Facebook un lungo attacco contro i migranti, la sua ossessione quotidiana, Richard Gere, i massoni, i “poliziotti corrotti”, i giudici che scarcerano gli spacciatori con eccessiva facilità e qualche amministratore locale. Poi ha ucciso il padre sgozzandolo con un coltello. La scena ha avuto come testimoni inorriditi i clienti di un supermarket della carne a Piazza Armerina, e un’altra figlia della vittima, sorella dell’assassino, Elide di 21 anni. La matrice del delitto viene ora cercata nei pensieri scomposti e deliranti di Carlo Lo Monaco, conosciuto dai servizi sociali per i suoi disagi psicologici. All’apparenza nulla però lasciava pensare che il giovane avesse maturato l’idea di uccidere il padre Armando, 53 anni, giunto in Sicilia tre giorni fa dalla Germania dove si era formato un’altra famiglia. Carlo è uscito di casa con il coltello che poi, all’improvviso, ha tirato fuori dalla tasca per scagliarsi violentemente contro il padre impegnato nell’acquisto della carne. Dal negozio, in via Muscarà, nel centro della cittadina, si è quindi allontanato per rientrare a casa. E qui è stato alla fine prelevato dalla polizia avvertita intanto da un avvocato che aveva in passato assistito Carlo Lo Monaco. I suoi post su Facebook offrono ora il quadro di un soggetto molto disturbato
In un post pubblicato ieri Lo Monaco prendeva di mira anche l’attore americano che ha visitato i migranti raccolti dalla Open Arms. “Io non chiamerei Richard Gere neanche il mio barboncino…”, scriveva. Nella formazione del giovane hanno pesato non poco letture molto connotate alle quali si era ispirato, nei suoi profili social, scegliendo lo pseudonimo di Apophis Apep come l’antica divinità egiziana che incarnava il caos. Nel suo lungo scritto pubblicato questa mattina, appena un’ora prima del delitto, il giovane si scagliava pure contro i “massoni” infiltrati in molti settori, i “poliziotti corrotti” e i giudici che con facilità scarcerano spacciatori di droga. “Siamo in pericolo”, scriveva indicando i suoi “nemici” con nomi, funzioni e perfino fotografie.

Infine è stato confermato che Armando Lo Monaco era stato condannato in passato per maltrattamenti in famiglia anche nei confronti del figlio. L’uomo aveva abbandonato otto anni fa la moglie e i due figli per trasferirsi in Germania, dove si era rifatto una vita e dove aveva avuto altri due figli dalla sua compagna.