Villapriolo: festa SS. Crocifisso. Intanto, l’ultima nata in paese ha oggi cinque anni

Oggi lo sguardo dei villapriolesi sarà rivolto verso il cielo, quel cielo che puntualmente, ogni 23 agosto, accoglie il fragore del “Viva il Santissimo Crocifisso”, in segno di rinnovata fede verso il figlio di Dio. E’ la festa più attesa da tutta la comunità che, probabilmente, mai come quest’anno chiederà grazia per se stessa, per le persone care e, soprattutto, per il paese. Un paese ormai da anni in agonia. Basti pensare che l’ultimo bambino è nato nel 2014. E’ una femminuccia di cinque anni, si chiama Emma, l’unica che andrà all’asilo ma a Villarosa, perché la scuola dell’infanzia, da quest’anno, chiude per mancanza di bambini. A Villapriolo, quindi, le culle sono vuote, i ciucci non si vendono e, di conseguenza, secondo i dati che emergono dai registri dell’anagrafe, vince la morte. Forse è’ l’unico paesetto d’Italia a natalità zero con un fortissimo saldo negativo, considerato che sono 37 i deceduti dal 2013 ad oggi. Insomma, sono lontani i tempi di quando, così come risulta dai registri comunali, le nascite negli anni ‘40 erano di circa 50 bambini l’anno, oppure degli anni ‘50, dove si attestavano sui 40 bambini. Attualmente i residenti sono 550, leggera maggioranza femminile (290), ma continua, lento ed inesorabile, l’esodo, in particolare di giovani, verso il nord Italia alla ricerca di un lavoro: in questi otto mesi del 2019 le cancellazioni dallo Stato civile sono 10 e appena 3 le iscrizioni. Oggi è la festa clou dell’anno, una ricorrenza che una volta era di ringraziamento al Cristo Crocifisso da parte della comunità a vocazione contadina, per il raccolto dell’anno, e Villapriolo raddoppia temporaneamente i suoi abitanti; ma finita la festa, tutto torna alla normalità, il paese si svuota e rimangono solo le case senza anime, dove è difficile distinguere ciò che resiste ancora da ciò che se n’è andato per sempre. Intanto mentre si lotta in quello che sembra un lento e inesorabile spopolamento, per questo 2019 finalmente si aspetta con trepidazione l’arrivo di due nuovi bambini. E sarà festa grande.

Giacomo Lisacchi


Nella foto anni ’60. L’autore dell’articolo Giacomi Lisacchi (all’epoca dicottenne) e a destra il padrino Salvatore Lapunzina