Leonforte annega

Leonforte. Da alcuni anni per descrivere un forte temporale e per giustificare la devastazione causata dall’incuria umana si ricorre all’espressione: “bombe d’acqua”. In meteorologia la bomba d’acqua non esiste. Una pioggia intensa e persistente, anche dal carattere eccezionale, che provoca l’allagamento dei piani terra di locali commerciali e di case private, lo smottamento di strade principali e secondarie, il crollo di cornicioni pericolanti e mette a rischio monumenti e edifici pubblici come le scuole, al punto da ordinarne la chiusura per accertare che non ci siano pericoli, è dovuto all’incuria. Poco centra il caso fortuito o di forza maggiore, soprattutto in considerazione del fatto che i dissesti idrogeologici sono sempre più frequenti e prevedibili, centrano invece le mancate arginazioni dei perimetri all’abitato, e nel caso di Leonforte, ieri pomeriggio sommerso da un temporale, la Tagliata soffocata dal cemento e dalla mancata manutenzione. I nostri padri l’avevano capito al punto da costruire un canalone di sfogo dopo l’alluvione del 1740 che devastò il paese causando molte morti, la Tagliata appunto. Le caditoie anche funzionanti diventano inutili in questi casi quindi bisognerebbe agire su altro forse anche la sola Tagliata risulterebbe insufficiente data l’edificazione oltre la stessa. Ritorna l’annosa questione Cernigliere viene sbriciolato e trascinato lungo le strade. Da anni le piogge al paese creano disagi e pericoli sempre più preoccupanti. Che fare? Prodigarsi in qualche maniera è necessario. Le campagne con i pescheti, orgoglio leonfortese e fonte di reddito per molte famiglie, sono inaccessibili per le strade impraticabili. Agire nell’urgenza è commovente, ma l’amministrazione deve fare nell’ordinario prevenendo il pericolo e a nulla vale ricriminare il non fatto dalle passate amministrazioni. Siamo all’inizio dell’inverno come pensiamo di affrontarlo così disarmati e fragili?

Gabriella Grasso