Calascibetta. Solo contro l’Anas, ex datore di lavoro. Una vicenda tutta all’italiana

Calascibetta. Lasciato solo nel cercare di risolvere i suoi problemi e abbandonato dall’Anas, suo datore di lavoro dal novembre del 1998 al 30 aprile 2008. Stiamo parlando di Maurizio Ragona, 51 anni, residente a Calascibetta. La sua vicenda è figlia di una disarmante burocrazia. Andiamo con ordine. Ragona, assunto con la qualifica di cantoniere, nel 2004 inizia ad accusare problemi di salute. Dice di avere forti mal di testa collegati all’ambiente di lavoro. Produce una serie di certificati medici e, a febbraio del 2008, invia all’Ufficio Risorse Umane dell’Anas di Palermo la richiesta di pensione di inabilità chiedendo di essere sottoposto a visita collegiale. Ma, a far data dal primo maggio 2008, l’Anas lo licenzia con la motivazione di avere fatto troppe assenze, per malattia, in quattro anni (2004 al 2008). Per Ragona inizia un percorso tortuoso che sino a oggi non gli ha consentito di avere una pensione adeguata al caso. Eppure, nel referto della Commissione di Verifica di Enna, agosto 2010, c’è scritto: “Il richiedente si trova nell’assoluta e permanente impossibilità di svolgere qualsiasi attività lavorativa, così come previsto dalla legge 335 del 95”. Un accertamento sanitario, inviato anche alla Direzione centrale dell’Anas di Roma, che avrebbe dovuto consentire al richiedente di ottenere la pensione di inabilità da parte dell’Ente previdenziale. Ragona, oggi, percepisce invece una pensione di invalidità civile, circa 300 euro al mese. Intanto, di fronte alle ristrettezze economiche e alle sue condizioni di vita, la moglie decide di costruirsi un nuovo futuro e con se si porta anche il figlio. Il legale che segue in quel periodo Ragona scopre inoltre che presso l’Inps di Enna non è stata presentata nessuna domanda di pensione di inabilità. Solamente il 12 dicembre 2011 l’Anas pensa bene di scrivere all’avvocato del suo ex lavoratore, dicendo: “Essendo il dipendente in regime previdenziale Inps, lo stesso dovrà provvedere a richiedere la pensione all’Istituto di Previdenza o direttamente o tramite la collaborazione di un patronato sindacale”. Il Ragona, però, la domanda di pensione di inabilità l’aveva presentata all’Anas, quale suo datore di lavoro, già nel 2008. Perché l’Anas, invece di far trascorrere tre anni, non si è subito attivata spiegando all’ex dipendente che era suo compito fare richiesta di pensione all’Istituto previdenziale? Ma non è finita perché il Ragona, dopo aver saputo che la domanda di pensione andava presentata all’Inps, decide subito di adoperarsi con l’Ente previdenziale, ma quest’ultimo rigettata la domanda in quanto il richiedente non possedeva più il requisito contributivo. Insomma- come scrive l’attuale legale di Ragona, Prima Cammarata: “L’Anas si è dimenticata del suo ex lavoratore”. L’ennesimo ricorso, per cercare di fare giustizia, l’avvocato lo presenterà a giorni al Tribunale di Enna, per quella che può esser definita una vicenda tutta all’italiana.

Francesco Librizzi