Troina. Irccs Oasi: incontri formativi sul rapporto tra scienza e fede della vita prenatale

Il rapporto tra fede e scienza nell’approccio alla vita prenatale. Da un lato l’aspetto empirico e l’evidenza scientifica, dall’altro la sacralità della vita, il concetto di persona e dignità umana. Due dimensioni diverse, interconnesse anche per le implicazioni culturali, sociali e psicologiche che a volte possano anche trovare un giusto equilibrio. Un tema importante che è stato al centro di un percorso formativo dal titolo “la vita prenatale questa sconosciuta”, organizzato dall’Irccs Oasi Maria SS. di Troina in collaborazione con la Diocesi di Nicosia, e specificatamente dagli uffici di pastorale della Salute e della Famiglia e che si è concluso proprio in questi giorni dopo diversi appuntamenti.

Obiettivo degli incontri l’interpretazione e la valutazione sul piano scientifico degli interventi medico- scientifici che riguardano la cura della vita sin dalle sue origini, nel rispetto della totalità della persona umana. La ricerca di una gravidanza è accompagnata dagli interrogativi che assillano una coppia e ciò che più sgomenta è certamente la paura di possibili anomalie fisiche o mentali. Ad oggi, a parte una prima selezione naturale operata da madre natura, è possibile effettuare degli esami per ottenere delle diagnosi. Il problema e l’inquietudine nascono al momento dell’ accertamento, soprattutto se ciò potrebbe essere infausto. Da ciò due aree di pensiero antropologicamente opposte: da un lato l’illusione che eliminando il sofferente si possa eliminare il dispiacere, il secondo invece, nel rispetto più totale della preziosità della vita umana, cerca di prevenire le malattie, cerca di curarle, cerca di limitare i danni fisici e psicologici del malato e delle famiglie, cerca di lenire la sofferenza fisica e psicologica.
Nell’ultimo incontro formativo su questo tema assai complesso, a relazionare, davanti ad una platea di operatori sanitari, sacerdoti e famiglie nella Sala Martino della Cittadella dell’Oasi, Giuseppe Noia – Professore Associato di Medicina dell’Età Prenatale presso la facoltà di Medicina e Chirurgia “A. Gemelli” dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma. “L’informazione deve diventare conoscenza – ha detto Noia -, perche quando c’è la conoscenza il valore di ciò che è la relazionalità sia in fase pre-impianto, sia nell’impianto, e con la madre, più è conosciuta più accresce la consapevolezza.
La scienza diventa modalità di pacificazione sociale tra credenti e non credenti perché svolge un servizio per rendere consapevoli mamme e famiglie. Bisogna sapere che oggi le terapie a disposizione consentono di curare il feto prima di nascere. Quando non possiamo curare o fare terapie palliative bisogna affiancare le famiglie e i genitori, che decidono di non abortire, ad accompagnarli fino al momento del parto. Questa è medicina condivisa per fare servizio a credenti e non credenti senza violare la legge di riferimento”.