Incriminati per favoreggiamento e false dichiarazioni al difensore quattro testimoni in favore di Francesco La Giglia imputato di violenza sessuale

La Procura della Repubblica di Patti ha citato a giudizio, per rispondere dei reati di false informazioni al difensore e favoreggiamento, quattro giovani nicosiani P.F. di anni 30, R.E. di anni 28, D.F. di anni 32 e R.I. di anni 30 che dovranno comparire davanti al Tribunale di Patti per l’udienza del 10 marzo 2020. La posizione di una quinta testimone è stata archiviata dalla Procura di Enna, ma non è escluso che possa essere presa nuovamente in considerazione sulla base delle risultanze in sede dibattimentale.
Secondo l’accusa i quattro giovani, sentiti dai difensori di La Giglia Francesco nell’ambito del processo per violenza sessuale ai danni di Teresa Teramo, avrebbero fornito false informazioni in ordine ai fatti verificatisi, nella notte del 5 aprile 2015, a Nicosia, tra la via Francesco Salamone e Piazza Caprini, al fine di assicurare al La Giglia Francesco l’impunità.
Il La Giglia, come si ricorderà, infatti, è imputato di violenza sessuale ai danni della Teramo Teresa, che avrebbe molestato sessualmente il 5 aprile 2015, sabato di Pasqua. Secondo l’accusa l’imputato, dopo aver trascinata contro la sua volontà la vittima verso una piazzetta isolata nei pressi di un pub, avrebbe cercato di abusare della stessa.
Con sentenza del 7 ottobre 2016, il GIP presso il Tribunale di Enna, Luisa Maria Bruno, aveva condannato il La Giglia alla pena di un anno e quattro mesi di reclusione ed al risarcimento dei danni. La Corte di Appello di Caltanissetta, nell’ottobre del 2018, a sorpresa, aveva sovvertito il verdetto di primo grado ed assolto l’imputato. La Corte di Cassazione, il 12 settembre scorso, accogliendo il ricorso dell’avvocato di parte civile Salvatore Timpanaro ha, però, annullato l’assoluzione e rinviato ad altra sezione della stessa Corte per un nuovo giudizio.
Il processo a carico dei quattro nicosiani si celebra al Tribunale di Patti perché i verbali, che secondo la Procura conterrebbero le false informazioni, sono state fornite ai difensori del La Giglia in seno a verbali di investigazione redatti a Capo d’Orlando, presso lo studio di uno dei difensori dello stesso.
Nell’ambito dell’intricata vicenda, secondo la tesi difensiva del La Giglia – dallo stesso sostenuta anche in pieno consiglio comunale e sui social – l’accusa di violenza sessuale sarebbe stata frutto di un complotto politico ai suoi danni per non farlo candidare alle elezioni comunali del maggio 2015. Ma da questa accusa i coniugi Corrado Danti e Teresa Teramo sono stati assolti con formula piena dal Tribunale di Enna, con sentenza del 29 ottobre scorso, “perché il fatto non sussiste”.