Valguarnera. E’ virale il video del consigliere Filippo Roccazzella durante una seduta, nei confronti di una sua collega di opposizione, rea di essere in stato di gravidanza

Valguarnera. Le parole a volte pesano come macigni, soprattutto in un contesto politico infuocato come il Consiglio Comunale di Valguarnera. Si pensava di avere toccato il fondo, ma c’è ancora spazio! L’ultima perla l’altra sera, nel corso dell’ultima seduta del Consiglio allorquando il consigliere di maggioranza Filippo Roccazzella prendendo spunto su quanto era successo qualche sera prima, ha accusato in diretta streaming i colleghi di opposizione rei di aver condotto in Aula la collega Debora Ruta in stato di gravidanza, per capovolgere il risultato di una votazione. In seguito a ciò i 7 consiglieri di minoranza appartenenti a “L’Altra Voce”, Partito Democratico e Forza Italia hanno abbandonano l’aula in segno di protesta. Dopo di ciò sono seguite le accuse da parte dei consiglieri di opposizione, accuse etichettate come offensive nei confronti del genere donna, il cui unico torto era quello di essere in stato di gravidanza. “Io –ha affermato il consigliere Roccazzella rivolgendosi all’opposizione e registrate in diretta- sono il più presente degli ultimi 30 anni… Io non sono incinto, nessuno mi viene a prendere a casa, per portarmi qui dentro.. Qua nessuno mai ha portato persone in gravidanza… io non ho fatto mai numero.. il numero lo fanno le pecore…” Un video che è diventato virale e scioccante nello stesso tempo e che, attraverso facebook, ha prodotto reazioni a catena. Concetta Dragà capogruppo di FI nella stessa serata dichiara: Quello che è successo questa sera in consiglio comunale ha dell’incredibile…. vergognoso!!!!. Le dichiarazioni espletate dal consigliere Roccazzella offendono le donne nel genere. Chiedo, anzi esigo da capogruppo donna di F.I , per tutte le donne e in particolare per la consigliera Debora Ruta scuse pubbliche sentite. Sono rammaricata dell’atteggiamento delle altre donne presenti che non hanno reagito alle dichiarazioni ( D Angelo, sindaco e l’assessore Pecora). Ringrazio- conclude Dragà- il gruppo l’Altra Voce e Pd che insieme a me hanno immediatamente abbandonato l’aula”. Filippa D’Angela, consigliera di maggioranza, chiamata in causa risponde : “Prendo responsabilmente le distanze da quanto accaduto oggi, ma anche ieri, in consiglio comunale…sono una consigliera di maggioranza, ma non per questo sono responsabile delle affermazioni e/o provocazioni di altri…Stigmatizzo quanto accaduto, come lo faccio per ieri quando la collega in questione è stata “ringraziata” per la sua presenza in aula, lo faccio per quante volte, all’interno dell’aula consiliare, la nostra Sindaca è stata offesa e attaccata.” E così il sindaco Francesca Draià: Personalmente in questi anni ho subito tantissimi attacchi, e ci sono stati consiglieri che non hanno avuto rispetto di me nè come Sindaco nè come donna e mai nessuno si è degnato di chiedere scusa davanti ad offese anche personali. Non ho mai fatto mancare il mio rispetto a tutti, uomini, donne, giovani meno giovani, anziani. Anche per queste motivazioni, invito tutti i consiglieri comunali ad avere rispetto del proprio ruolo e rispetto prima di tutto dell’aula. Troppo facile accusare un solo consigliere che ha reagito per difendersi da accuse pesanti e che non aveva nessuna intenzione di offendere una donna, visto e considerato che non l’ha fatto mai ne in aula ne fuori dall’aula. Per tutto questo- conclude- mi sento in dovere di chiedere scusa all’intera comunità per quanto accaduto”. Ed infine Sara Pecora assessore comunale: “Dopo 2 giorni di silenzio voglio rispondere a colori i quali hanno fatto anche il mio nome riguardo gli ultimi avvenimenti accaduti nella seduta del consiglio comunale scorso. Per chiarezza e per sciogliere ogni dubbio: non mi sono alzata e non ho abbandonato l’aula in quanto ritengo che nessuna donna sia stata offesa dalle parole di un consigliere di maggioranza. Se mi fossi sentita offesa sarei stata la prima ad alzarmi, sono donna anch’io ed ho 2 figlie femmine”.

Rino Caltagirone