Enna: cosa vogliamo farne di questa città?

Enna. Ieri sera piazza Emanuele debordava di persone che attendevano la processione dell’Immacolata. Decine e decine di fedeli, in quella piazza gioiello impreziosita dalle suggestive luci di Natale. La polizia ha chiesto alla gente di sgomberare il Belvedere perchè da lì a poco avrebbero sparato i fuochi. I fedeli si sono assiepati sulla piazza. Centinaia, in attesa della Madonna. Dieci, forse venti minuti e la piazza si è svuotata. Finito. Nessuno.
Qualche giorno fa l’annuncio della conferma della ricandidatura a sindaco di Maurizio Di Pietro, mentre è aperto il toto candidato, in attesa che gli altri sciolgano riserve o si pronuncino sulle candidature.
Al primo cittadino di Enna, nell’immediato futuro, tocca un compito arduo. Quello di decidere, finalmente, cosa farne di questa città, che nell’ultimo anno ha perso altre 900 persone andate altrove.
Finita l’ordinaria amministrazione affrontata da Di Pietro, necessaria e indifferibile, strade, tombini, arredo urbano, pensiline, giardini, scuole, ora è necessario occuparsi della straordinaria amministrazione.
Leggo con piacere, in un visione ottimistica, le nuove luci che si accendono ad Enna. Forse bisognerebbe riflettere sui tanti che chiudono. La città alta si è progressivamente svuotata e ogni mese si spegne una luce in centro. Enna non è più allettante per gli abitanti dei paesi limitrofi ma non lo è, cosa ben più grave, neppure per gli ennesi.
Perchè dovrei farmi una passeggiata in via Roma ? E tutto questo diventa sconforto per i tanti che hanno investito in questa città, per i tanti che hanno continuato a crederci. La dicotomia che si è creata tra le due città, la parte alta, desertificata, ed Enna Bassa, dove ancora si vede gente, ha finito per disperdere i già pochi abitanti.
Eppure questa città è frequentata dai turisti. Turisti over 40, consapevoli, alla ricerca di questa dimensione.
Vi invito a visitare i bagni della Torre di Federico: indecenti.
Ad affacciarvi alla fontana del Belvedere: vergognosa.
Ad arrivare con l’ultimo treno per Enna alla stazione: zero
Enna che, ricordo, è degli ennesi, ha bisogno di un progetto credibile e fattibile. Se non si è capaci da soli, ci vuole un manager, un mega consulente, un esperto che dica cosa si può fare in termini di progettazione, pubblicità, promozione ed idee per rilanciare questa città che lentamente sta morendo.
Ogni luce che si spegne non sarà riaccesa.
Ogni negozio che chiude non riaprirà… E questo riguarda tutti.

Pierelisa Rizzo