Buon viaggio Piero. Ciao da tutti noi

La mia vita si è incrociata con quella di Piero sin da quando ero bambino: lui infatti si sposò con Rosa, figlia di una cugina della mia mamma, e venne ad abitare nella mia stessa palazzina, al terzo piano.
Ricordo vagamente questo giovane uomo barbuto che fischiettava per le scale per richiamare l’attenzione della sua giovane moglie e che salutava sempre tutti affettuosamente con un largo sorriso.
Poi la giovane coppia si trasferì da quell’appartamento e sinceramente persi le sue tracce per lunghi anni. Lui nel frattempo maturava la sua esperienza di insegnante al nord, a Bormio e nella Valtellina. Posti meravigliosi che lo hanno incantato e ai quali Piero è rimasto per sempre legato. Quando parlava di quei luoghi i suoi occhi si illuminavano e parlava, con una punta di orgoglio, di quanti amici avesse ancora lì, nonostante fossero trascorsi decenni dall’esperienza dell’insegnamento.
Non era difficile per Piero avere tanti amici. Non era difficile essergli amico. Non era difficile conquistare la sua amicizia. Era sufficiente essere leale, sincero e ricambiare i suoi straordinari slanci di affetto.
Faccio fatica a ricordare quando ci siamo rincontrati, quando le nostre strade si sono incrociate indissolubilmente, consentendoci di regalarci una lunga e fraterna amicizia. Sicuramente ricordo la sua vicinanza nel periodo in cui ho ricoperto il ruolo di assessore nell’Amministrazione Prestifilippo: saggio consigliere, affettuoso e leale amico, inseparabile compagno di avventure, Piero mi ha accompagnato in tutti questi anni insegnandomi tante cose: la coerenza, l’onestà intellettuale, l’ironia, l’arte della battuta pronta ed ha contribuito a rafforzare in me l’amore per il giornalismo e per la ricerca della verità.
Piero era un uomo profondamente buono, ma sapeva essere ruvido con i voltagabbana, con le persone false e con chi dimostrava di essere scorretto. Era capace di grandi amori, ma di altrettanti ripensamenti: chi tradiva la sua fiducia era tagliato fuori dalla sua vita.
Ma in generale Piero era l’amico di tutti: quando si usciva insieme lui aveva una battuta pronta per tutti, una risata per tutti, una costante voglia di scherzare che lo faceva apprezzare da tutti. E questo spirito non lo ha mai perso, nemmeno nei momenti di enorme sofferenza che ha dovuto sopportare. Ricordo quando una decina di anni fa ha dovuto affrontare un calvario pieno di sofferenza a Padova, conservando nonostante tutto sempre il suo ottimismo, la sua voglia di scherzare e di lottare. Ha affrontato la non facile esperienza del trapianto con una grinta, con una forza e con una determinazione encomiabile. Ha lottato in questi anni con tutte le sue forze, aiutato in questo percorso dalla sua infaticabile colonna portante, la sua adorata Rosa.
Ma da un anno a questa parte il leone ha cominciato a dare segnali di affaticamento. I suoi ruggiti si facevano man mano più flebili e una serie di acciacchi e di malori lasciavano presagire che la battaglia si stava concludendo, nonostante il guerriero fosse sempre predisposto alla lotta. Ci ha provato Piero a resistere, ma ha dovuto arrendersi la notte dell’Immacolata Concezione. Se ne è andato con discrezione, con dignità, cosciente e consapevole fino alla fine. Una preziosa testimonianza di come si possa sopportare il peso della croce con fede e rassegnazione. Vedere la sua espressione serena, dignitosa, scevra da ogni segno di sofferenza ha leggermente mitigato il grande dolore che la sua morte ha provocato.
Erano tantissimi quelli che gli volevano bene e la chiesa di Sant’Antonio stracolma per il suo funerale lo ha dimostrato. Tanta gente che ha voluto testimoniare la propria partecipazione al dolore e che ha voluto dare l’ultimo saluto all’amico Piero.
Adesso avrà ritrovato tanti amici lassù e potrà deliziarli con la sua simpatia e con la sua allegria. Mi piace pensare che Piero abbia ritrovato in cielo il nostro comune amico Pippo, con il quale si divertiva a scherzare e i due davano vita ad esilaranti siparietti che facevano ridere di cuore. Preziosi amici che adesso hanno il compito di proteggere e guardare in primis le loro famiglie e poi i loro amici. Pippo sono certo che continua a prendersi cura della sua Concetta e dei suoi gioielli Roberto, Fabio e Andrea. Così come Piero dovrà consolare e proteggere la sua ragione di vita Rosa e i suoi adorati Giuseppe, Giada e Andrea.
In me c’è la certezza che l’affetto e la stima per il mio fraterno amico Piero non scemerà col tempo e un pezzo del mio cuore sarà sempre occupato da lui.
Buon viaggio Piero e prega affinché chi ti ha voluto bene possa trovare consolazione e possa ricordarti con la gioia, l’allegria e la simpatia di sempre.

Mauro Farina, per conto della Redazione di ViviEnna, che si associa al dolore della famiglia