Nulla Die Piazza Armerina. Esce la nuova edizione dell’opera di Matilde Serao “Il Ventre di Napoli”

Esce, con l’invito alla lettura, la nuova edizione dell’opera di Matilde Serao “Il Ventre di Napoli”

“Leggere Il Ventre di Napoli è il modo più diretto per accostarsi alla figura di Matilde Serao”, sostiene Antonella Santarelli, curatrice dell’opera. “Il desiderio di comprendere la Serao donna, giornalista e scrittrice, morta nel 1927 dopo aver pubblicato l’anno precedente Mors Tua, un’opera che non piacque al regime fascista perché antimilitarista, nasce dalla grande originalità di questa intellettuale dal fisico di donna popolare e dalla vivacità culturale impressionante che la portò a scrivere ininterrottamente e a dedicarsi anima e corpo al giornalismo, sua grande passione”.

“Il Ventre di Napoli”, come descrive la Serao nell’introduzione, si compone di tre parti: la prima, scritta nel 1884, in seguito all’epidemia di colera che colpisce la città; la seconda e la terza, vent’anni dopo. Nella seconda parte, in modo particolare, la Serao mette a confronto la città del 1884 e quella del 1904 per analizzare i cambiamenti prodotti dallo “sventramento” decretato dal governo Depretis. L’opera è un reportage appassionato, e non enfatico, sulle ferite non sanate della città, sulle condizioni miserrime, sulle abitudini, sulle grandi virtù e sui vizi del popolo napoletano.

“Il suo è un reportage giornalistico in cui trovano spazio le osservazioni partecipate sulle abitudini di vita del popolo napoletano, quadro sociologico in cui la mano della narratrice si sofferma descrivendo le misere esistenze, soprattutto femminili, le aspettative verso il futuro, la fortuna, le relazioni umane. La descrizione dei bassi, delle condizioni pessime delle strade, in realtà fogne a cielo aperto, delle patologie provocate dalla mancanza delle norme igieniche più elementari anche in relazione all’alimentazione, si unisce alla narrazione delle speranze e delle illusioni, con la successiva rassegnazione mai definitiva, che portano il popolino, costituito da poverissimi operai, artigiani, pescatori, ostricari, palombari, serve, pettinatrici, venditori di cibo nelle strade, ad affidarsi al lotto, all’usura, e ancora alla fortuna, in una perenne aspettativa di riscatto puntualmente disattesa”.

La nuova edizione, curata da Nulla Die, nella collana Pantheon, Il secolo breve, presta grande attenzione filologica al testo e propone una veste grafica e redazionale particolarmente curata.