Riduzione Tari, condanna del comune di Enna. M5S Enna: “Lo avevamo già denunciato nel 2018”

Il Comune di Enna continua a soccombere sotto la scure delle sentenze sfavorevoli pronunciate dalla Commissione tributaria provinciale. E’ recente l’ennesimo triplo giudizio negativo di cui uno emesso dalla sezione 2 (presidente David Salvucci, Carlo Lo Monaco e Salvatore Crispino Sanfilippo giudici) e due dalla sezione 3, che ha condannato il Comune al risarcimento “delle spese processuali, oltre alle spese per contributo unificato” per “la mancata applicazione della riduzione tariffaria per unità immobiliari fuori da perimetro urbano”. “In tutti e tre casi c’è stata una violazione da parte del Comune dell’art. 59 del d.lgs. 507/93 e dell’art. 1, comma 657, legge 147/2013 -commenta il presidente del Centro studi Antonio Romano, Mario Orlando -. Infatti nei due articoli è previsto che nelle zone in cui non è effettuata la raccolta dei rifiuti solidi urbani, la tassa è dovuta in misura non superiore al 40 per cento della tariffa da determinare in relazione alla distanza dal più vicino punto di raccolta, rientrante nella zona perimetrata o di fatto servita. A tal riguardo, da sottolineare che sia la Suprema Corte Costituzionale che la Cassazione si sono pronunciate più volte; l’ultima ordinanza è della quinta sezione civile n. 22531/2017”. “La riduzione spetta per legge -continua Orlando – e, così come predisposto nel regolamento prototipo del Ministero delle Finanze all’art. 26, è obbligatoria e non è soggetta a nessuna preventiva dichiarazione da parte del contribuente anche perché l’ente locale non può non essere a conoscenza delle zone in cui non viene effettuata la raccolta dei rifiuti. La norma prevista all’art. 38, comma 4 del regolamento Iuc del Comune -afferma ancora Orlando- che subordina il riconoscimento di tale diritto alla presentazione della domanda e che ne sposta gli effetti dall’anno successivo alla presentazione della domanda da parte del contribuente, va rivista e corretta. E’ una norma in contrasto con la legge, la quale, già tempo fa, abbiamo suggerito e consigliato al alcuni consiglieri comunali e persino a qualche assessore di correggere. Evidentemente, avendo altro da fare non si sono mai interessati, alimentando così sfiducia nell’ente Comune che continua imperterrito nella forzatura e nell’inspiegabile flessibilità nell’interpretare le leggi, poi regolarmente demolite da sentenze”.
Giacomo Lisacchi


“Ancora una volta riceviamo conferma della correttezza del nostro operato dalla magistratura“. Lo dichiarano i consiglieri comunalidel Movimento 5 Stelle Cinzia Amato e Davide Solfato, i quali sottolineano che: “Contrariamente a quanto affermato in un articolo di stampa, ci siamo da tempo occupati della questione della riduzione della tariffa Tari per le zone non servite”. “Più precisamente”, precisa Solfato, “già dallo scorso settembre 2019, in II Commissione avevo rilevato l’opportunità di modificare l’art. 38 comma 4 del Regolamento IUC, laddove prevedeva la necessaria preventiva comunicazione da parte del contribuente di trovarsi in una zona non servita, ai fini dell’applicazione allo stesso della riduzione della Tari. Lamentavo, in particolare, il fatto che dovesse essere il Comune a sapere se la zona è servita oppure no, soprattutto per non penalizzare gli utenti che non godono di un servizio Non siamo mai stati convinti della risposta fornitaci dagli uffici in quell’occasione, in persona del dott. Lipari, nonché da alcuni componenti della maggioranza, che ribadivano l’obbligo dichiarativo, come è possibile riscontrare dalla lettura dei verbali di commissione. E le recenti sentenze della Commissione tributaria provinciale hanno supportato le nostre ragioni”. “Inoltre – prosegue – in data 13 settembre 2018, abbiamo denunciato alla Corte dei Conti l’arbitraria revoca da parte dell’Ente comunale della riduzione in questione alle zone non servite ancor prima che il servizio di raccolta differenziata porta a porta entrasse in vigore”. “Anche durante i lavori in IV Commissione”, aggiunge Cinzia Amato, “ho ribadito la necessità di una modifica del Regolamento relativamente all’art. 38. Ho inoltre lamentato, lo scorso febbraio 2019, l’indiscriminata emanazione di avvisi di pagamento Tari effettuata nel dicembre 2018 a 20.000 utenti, senza tener in alcuna considerazione chi aveva già pagato, chi aveva proposto ricorso e chi aveva una sentenza favorevole, e che questo aveva comportato un enorme disagio per la cittadinanza che, puntualmente, si è ripresentato quest’anno, nonostante lo scorso anno ben 7.000 cartelle risultarono errate. Proprio questa mattina in IV commissione, ho fatto presente questa situazione all’assessore del bilancio presente, lamentando che non riteniamo giustificabile l’esimente utilizzato dall’Amministrazione, ossia la non corretta trasmissione dei dati da parte dell’Agenzia delle Entrate, atteso che è la stessa utilizzata lo scorso anno, senza che nelle more si sia cercato di prevenire il problema”. “E’ chiaro che la materia dei rifiuti è ampia e complessa”, concludono i due portavoce, “ma il sistema attuato dall’Amministrazione Dipietro sta dimostrando giorno per giorno tutte le sue debolezze, a dispetto dagli slogan propinati alla cittadinanza, come dimostrano invece le sentenze di condanna”.