Nicosia – “Uomini contro-la tempesta perfetta” è l’ultima opera pittorica di Liborio La Vigna

“Uomini contro-la tempesta perfetta” è l’ultima opera pittorica dell’Architetto Liborio La Vigna, nicosiano di nascita, artista poliedrico, eclettico, pittore, modellista, vignettista. Un’opera che sembra chiudere un suo ciclo artistico. L’ attività artistica di Liborio La Vigna è frutto di un continuo travaglio interiore che lo ha portato a produrre opere degne di significato. Ogni sua opera, e sono ventitrè, proietta il suo mondo inferiore e la sua sensibilità artistica. La sua è una lunga storia, fatta di ripensamenti sia a livello culturale sia a livello stilistico. Liborio La Vigna considera l’arte come la più importante forma di comunicazione per conoscere e migliorare gli uomini e di conseguenza il mondo. Liborio La Vigna per certi aspetti, in veste pittorica, è il continuatore di una tradizione siciliana che va Da Giambattista Basile a Noè Marullo, alla base di questi pensatori si nasconde un amore viscerale per la loro Sicilia. L’ultima opera, “uomini contro tempesta perfetta” vede un cielo cobalto, solcato da correnti marine, mentre tre velieri si dibattono in mezzo alle onde con uomini molto indaffarati a risolvere problemi difficili. Si scopre che i tre velieri navigano lungo le coste orientali della Sicilia, vicino Messina, anche perché su di esse domina il vulcano Etna. Due dei velieri sembrano incrociarsi, il primo mostra una effige ben definita: Santa Rosalia, l’altra, la barca, mostra un’altra effige molto significativa: Sant’Agata. I due equipaggi rappresentano di fatto le realtà trainanti della Sicilia, non vanno a diporto, ma sono intenti a guerreggiare per un atto di supremazia, il terzo veliero (francese?) osserva interessato. La tela, quindi,si trasforma in un discorso storico-politico e La Vigna ammonisce il futuro fruitore. I guai dei siciliani non derivano dal passato che non passa mai, semmai dal fatto che si sono radicalizzati nel profondo sino ad essere considerati conseguenze endemiche. Palermitani e catanesi fanno di tutto con le loro rivalità campanilistiche, limitando così lo sviluppo di tutta la Sicilia. La meta è a portata di mano, se in Sicilia si ricerca la concordia, la coesione sociale, il senso civico, allora è possibile sperare nella crescita della Sicilia. Francesco Cuva, recensore dell’opera, sottolinea che l’opera di La Vigna ripropone un concetto sviluppato da Elio Vittorini con “Uomini e no”. L’opera di Liborio La Vigna, per Cuva, fa risaltare immagini fisse sulla tela pregne dell’elemento spirituale della crescenza e del cambiamento e suscita calorose impressioni e riflessioni che catturano chi ha voglia di recepirle e sa smuovere le acque proponendo la via da imboccare per il raggiungimento del bene comune. La tematica affrontata da Liborio La Vigna sembrerebbe interessare la sola Sicilia, ma, per il fruitore ancora più arguto, che voglia cogliere la più piccola sfumatura nell’opera può ampliarsi sino a comprendere l’Italia, il pianeta intero il mondo di oggi, la globalizzazione, il futuro prossimo della nuova generazione, un volo pindarico.