Un caffè con Melo Lizzo, candidato a sindaco di Nicosia

Siamo a febbraio e la temperatura per le prossime elezioni amministrative a Nicosia sale. Il fervore si fa sentire in ogni casa. Soprattutto adesso che si conosce la data delle elezioni: 24 maggio. Rimembrando il Piave e la Prima guerra Mondiale, ma ancor meglio il maggio radioso che precedette l’ingresso dell’Italia nel conflitto, sembra che a Nicosia (con le ovvie proporzioni e anche con il gusto della metafora) si stia vivendo un “bollire degli animi”. Noi cerchiamo, avendo l’onore e l’onere di questo bellissimo “balconcino” sul mondo e potendo essere osservatori di quanto accade, di provare a “scrivere” e quindi commentare ciò che succede, anche per permettere a chi ci legge di essere informato su quanto noi osserviamo. Abbiamo quindi deciso di andare alla fonte, ovvero incontrare i protagonisti di questa tornata elettorale. Abbiamo quest’oggi incontrato Carmelo Lizzo, che in paese tutti conoscono come Melo. Che cosa possiamo dire di Melo? Melo è una persona semplice. Ed è una persona gentile. Durante la chiacchierata non sapeva cosa offrirci. Ci ha permesso di fare questa chiacchierata immersi nel verde, dinnanzi ad un bellissimo tramonto. Ora, tralasciando la bucolica immagine, sappiamo che Melo si candida a Sindaco di Nicosia. E allora abbiamo cercato di fare emergere da questa discussione quanti più aspetti possibili affinché si potesse delineare il profilo del “Candidato Lizzo”.

 

Dr. Lizzo, innanzitutto mi permetto di farLe la “domanda delle domande”. Si dice che se si vuole male ad una persona bisogna augurarLe di diventare Sindaco. Quindi, perché Lei ha deciso di scendere in campo? È autolesionismo?

Non è autolesionismo. È preoccupazione e voglia di dare un contributo. Attraversiamo un momento non particolarmente bello e la riflessione maggiore che ho fatto è che non voglio che i miei 3 figli possano dire “Papà, non hai fatto nulla per cambiare”. Credo nel riscatto vero della città e che esistono forze sane in paese che possano far riavere a Nicosia la centralità che aveva nel passato.

Lei è stato protagonista della politica nicosiana, essendo stato Assessore e Consigliere. Quindi potremmo tirare, con le dovute proporzioni, un “bilancio Lizzo”. Nelle Sue esperienze politiche pregresse che cosa ha fatto per Nicosia e quanto queste esperienze potranno tornarLe utili qualora dovesse diventare Sindaco?

L’esperienza del passato è ovvio che ne farò tesoro, serve tanto perché io ho avuto la fortuna di fare l’assessore al bilancio, alla programmazione economica e all’Azienda Speciale Silvo Pastorale nonché al personale. Chiaramente come assessore non ero il sindaco, quindi ero una parte del disegno politico, non il tutto, e queste competenze nei rami della pubblica amministrazione variano e devi aggiornarti necessariamente e continuamente. Ciononostante, quello di dover fare i conti con i bilanci che si hanno e fare i conti con la programmazione economica focalizzata al raggiungimento di un obiettivo sono una cosa che caratterizza ciò che sono, non perché sono stato amministratore, ma perché sono una persona che pensa a quale sia la cosa da fare, non quella che conviene,  ma quella che si deve fare, e quali sono gli strumenti per poterla realizzare e raggiungere l’obiettivo. È ovvio che mi sono sforzato e ci sono degli atti che lo dimostrano: per esempio per quanto riguarda l’Azienda Speciale Silvo Pastorale, che non può essere relegata ad un posto in cui si realizzano feste una volta l’anno, questa deve essere il volano delle attività nei comparti tecnico, agricolo e forestale della città, non può essere assolutamente quella struttura che ogni volta organizza la festa della montagna una volta anno. Per quanto riguarda la macchina amministrativa, io sono stato il primo assessore che ha fatto il patrimonio comunale: non si riusciva, infatti, a fare il costo del patrimonio. E sono riuscito a fare anche diverse piante organiche. Oggi si deve ripartire da lì: dare la possibilità all’ente comune e dipendenti, nella modifica della ristrutturazione della pianta organica compatibilmente rimettendo mano nel settore, non solo la dignità lavorativa ma anche l’entusiasmo di essere dipendenti comunali. Io vedo che non si riesce bene ad utilizzare questa macchina che consta di diverse professionalità idonee per raggiungere degli obiettivi. Vanno rifondati.

Nicosia voterà con un nuovo sistema, ovvero la lista unica per ciascun candidato. A differenza delle precedenti tornate, è insito in questo nuovo sistema un pizzico di “strategia” in più nell’individuare la squadra che si candiderà al consiglio. Ma chi è per Lei il consigliere ideale della sua squadra?

La nuova legge elettorale impone delle riflessioni e delle scelte. Praticamente non ci saranno più una schiera di consiglieri comunali che corrono ognuno presso le proprie famiglie o altro, l’idea che ho nella composizione della lista non mira ai voti che ciascuno possa portare ma a ciò che ognuno di quelli che sono nella lista possa fare. Io chiederò un mandato libero e pieno alla cittadinanza mettendo in lista persone che hanno delle caratteristiche. Se queste caratteristiche in termini di professionalità, di trasparenza e di genuinità portano al suffragio verso loro stessi va bene, ma è importante soprattutto la competenza che tutti devono avere nell’ambito in cui sono inseriti. Non ci sarà il manuale Cencelli che distribuirà le cose, perché quello che io penso è che non vinciamo nulla. Chi vince le elezioni non vince nulla. Chi vince le elezioni è al servizio e chi è il servizio sta un passo indietro al cittadino e mai un passo avanti. Per cui quello che vinceremo sarà la responsabilità per 5 anni di portare avanti nel migliore dei modi, secondo quelle che sono i criteri del buon padre di famiglia, le politiche di sviluppo e le politiche di risanamento del Nostro paese.

Nel 2015, all’indomani delle dimissioni di Malfitano, Lei fece un bel gesto, ovvero in situazione di commissariamento, rinunciare ed invitare tutti gli altri consiglieri a rinunciare al loro gettone di presenza in favore delle casse comunali. Quell’anno, inoltre, tra i papabili candidati alla poltrona di primo cittadino venne fatto il Suo nome. Sappiamo bene che, alla fine, Lei non si candidò. Qual è la differenza tra cinque anni fa ed oggi?

Nel 2015, dopo la vicenda amministrativa che portò al commissariamento del comune, facemmo questo gesto che rifarei ancora. Ciononostante non fu quello il gesto più bello, ovvero quello che rinunciare all’indennità, ma il gesto più bello fu quello di consegnare un bilancio al nuovo sindaco che si insediava. Io ho fatto di tutto, assieme ad un consigliere di maggioranza che è Andrea Farinella e altri consiglieri che mi aiutarono quale Giacomo Cosentino, per consegnare  il bilancio di previsione al nuovo sindaco che si insediava, fosse Bonelli o Mancuso o altri. Che cosa mi ha spinto a non candidarmi? Io, la volta scorsa, ho ritirato la mia candidatura e tutta la mia lista nella volontà, nella logica e nella speranza che questa città potesse trovare la pace dopo un periodo non facile della giunta che ci aveva preceduto. Ovviamente questa pace non si è ritrovata perché una volta c’era la dialettica politica che era molto forte, ma, in quel momento, invece, era stata sostituita da una contrapposizione forte sia nella società che nel Consiglio Comunale. Abbiamo anche assistito ad una contrapposizione di  carattere giuridico: mai e poi mai nel comune di Nicosia i consiglieri comunali si erano querelati l’uno con l’altro. Effettivamente io feci un errore a tirarmi indietro, un errore perché in quel momento la mia lista poteva vincere come poteva perdere. Ma  quella legge elettorale non avrebbe assegnato la maggioranza a nessuno, perché la frammentazione del voto non avrebbe permesso al sindaco di avere la maggioranza. E poi ho voluto dimostrare una cosa: la politica non è una droga, ma un servizio per cui non necessariamente deve essere per tutta la vita legato o altro. Ritengo che sia ora che allora avevo le carte in regola per poter andare avanti, però è stato un atto di responsabilità. Molta gente mi attesta questo, molta gente mi dice “Tu hai avuto la forza di fermarti per una legislatura”. Ho sbagliato solo in una cosa, perché non avrei mai permesso, anzi avrei fatto l’inferno, per evitare l’aumento delle tasse, non avrei fatto delle scelte in un momento in cui la depressione economica che hanno portato ad una depressione maggiore.

Lei è candidato “contro” Bonelli o “in alternativa” a Bonelli?

Mai stato candidato “contro”. Io sono candidato “in alternativa”. Perchè propongo una visione della città diversa rispetto a quella che si è perseguita fino ad oggi. Io farò la mia proposta politica. Ci saranno altre candidature, non solo quella di Bonelli, e ritengo che ognuno deve essere valutato per ciò che dice su cosa vuole fare, dimostrando che lo possa fare e non per dire solo ciò che gli altri non hanno fatto. Io non sono di questa idea e sono sicuro che una cosa che caratterizzerà la mia candidatura è che la mia campagna elettorale sarà all’insegna della sobrietà e della gentilezza. Non scenderò in basso come in questo momento qualcuno sta cercando di fare.

Un’altra piccola riflessione storica: dal 2007 al 2012 Lei è stato Assessore sotto l’amministrazione di Antonello Catania il cui Presidente del Consiglio era Luigi Bonelli. Passati otto anni e sentendo quanto si dice in giro, sembra quasi che questo trio si ritroverà avversario, ovvero che tutti e tre sarete candidati a primo cittadino. Cha cosa vorrebbe dire ai suoi ex compagni di squadra Catania e Bonelli?

Io vorrei dire che nonostante proveniamo probabilmente dallo stesso Ceppo, ma non è così perché io appartengo al centro Cattolico Moderato (facevo parte del Partito Popolare e della Margherita loro provengono dal PDS – DS). Io sono di centro-sinistra e non di sinistra. Ciononostante io voglio dire che ognuno di loro deve proporre alla città ciò che vogliono fare e come vedranno la città fra 5 anni perché questo e ciò che io farò. Io sono stato benissimo con Luigi e sono stato benissimo con Antonello. Però oggi la società si è evoluta, la città è andata avanti o è tornata indietro, questo a seconda della prospettiva in cui la guardiamo. Per cui la voglia che ho io è quella di proporre un modello alternativo che non è né il modello attuale, perché altrimenti non avrei fatto una candidatura alternativa all’attuale amministrazione, nè altro, con toni  un po’ più accesi rispetto a quello che è la Costruttività, cioè io sono una persona per costruire: non mi troverete mai a distruggere e se qualora dovessi essere io il sindaco e proporrò qualcosa di costruttivo mi auguro che chi sarà in minoranza la accoglierà come farei io se fossi in minoranza.

Iniziamo a parlare di programma. Che cosa farebbe la giunta Lizzo per Nicosia se dovesse salire?

La giunta Lizzo intanto dovrà rimboccarsi le maniche non solo per chi compone la giunta Lizzo, ma anche le persone che saranno accanto alla Giunta Lizzo. Un sindaco da solo non è nessuno: il sindaco è insieme a persone che sono tali e quali a lui o migliori di lui, non saranno assessori yes-man e non saranno consiglieri yes-man. Cosa faremo? Si dovranno fare molte cose: si dovrà rimettere mano alla pubblica amministrazione e nella riorganizzazione degli uffici dei servizi. Va fatto un piano shock: io ho immaginato una rivoluzione verde. Vedete, in questo momento storico con Horizon 2020 e il Green New Deal, c’è una marea di finanziamenti  in termini di conversione delle città nel verde. Oggi il futuro dei nostri figli è a rischio perché l’ambiente si sta riprendendo lo spazio e ruolo che aveva, ma l’Unione Europea  e tutti i fondi strutturali ci mettono nelle condizioni di dare a questa città e al nostro entroterra siciliano motivi di sviluppo utilizzando attività di Fondi comunitari. Ma non solo questo: non penso che sia una breve intervista a poter spiegare ciò che io voglio fare. Ci sono tante cose da fare. Il nostro programma è aperto: lo abbiamo strutturato in 8 punti che vanno disaggregati e disarticolati perché sono otto pilastri fondamentali di un rinnovamento che  parte dalla riforma della Pubblica Amministrazione alla creazione di una serie di uffici nuovi, soprattutto a quella che è la viabilità extraurbana perché se non abbiamo la possibilità di far arrivare la gente qui, noi ce la cantiamo e ce la suoniamo da soli, ma soprattutto il potenziamento del nostro ospedale che l’ultimo presidio dello Stato all’interno del nostro paese. Queste cose vanno fatte insieme. Non vanno fatte solo dal Melo Lizzo e la sua giunta. Vanno fatte dall’intera città dalle forze sane.

Nella Sua campagna quanto peseranno i partiti politici? E le compagini non politiche?

La mia sarà una lista civica. Non ho strutturato accordi con partiti politici perché, vedete, Io appartengo ad una cultura di centro-sinistra e devo chiedere scusa per coloro i quali e per ciò che anche i partiti legati a quelli che ho sostenuto io hanno fatto al nostro territorio: non abbiamo trovato nessuno che ci ha aiutato per il tribunale, non abbiamo trovato nessuno che ci ha aiutato per il carcere e ora abbiamo difficoltà a trovare qualcuno per aiutarci per l’ospedale. Per cui i partiti politici avranno un ruolo nel senso che il balcone di riferimento va trovato ed è giusto che noi ci rivolgiamo all’esterno perché, diversamente, solo come Nicosianità il nostro campanile non ce la fa a risolvere nulla. Ciononostante va instaurato un rapporto franco sia con la classe politica che con, ad esempio, l’azienda ospedaliera. Un rapporto franco e diretto che non necessariamente richiede un partito politico alle spalle, ma bisogna avere la dignità, la rappresentatività e la voglia di poterlo fare e non essere succubi a nessunissima discussione o a nessunissima condizione per cui non si possa fare un discorso franco.

Nicosia è il paese dei Due Cristi, dei Tre Santi, dei 24 Baroni e delle 100 e passa Associazioni. L’Associazionismo è indubbiamente parte vitale del paese. Come la giunta Lizzo sosterrebbe le associazioni e le loro attività?

Un sindaco che non utilizza, non sostiene e contesta l’attività di più di 100 associazioni secondo me è un sindaco pazzo, per cui è ovvio che il sindaco deve essere partner principale delle associazioni. Io, in particolare, faccio parte di alcune associazioni, sono stato scout per vent’anni. Nicosia vive grazie alla presenza delle associazioni. Sono stati i polmoni, il motore e il cuore delle attività culturali, delle attività gestionali e delle attività di incoming turistico che sono state fatte qui. Le associazioni vanno seguite, non vanno utilizzate o sfruttate. Le amministrazioni vanno di pari passo con le amministrazioni necessariamente per essere partner indispensabili per lo sviluppo della nostra città.

Prescindendo dal fatto che il sindaco di un piccolo paese come il nostro ha poteri limitati in questo campo, ma memori del fatto che è sempre meglio perdere (purtroppo) che non aver combattuto affatto, qual è la ricetta di Melo Lizzo per tamponare l’emorragia di giovani che ogni anno lasciano Nicosia senza più tornare?

Una domanda del genere non è molto semplice. Anzi. Io però non sono convinto che il sindaco non abbia la possibilità di non bloccare ma di tamponare l’esodo. Vedete: abbiamo degli esempi nel nostro circondario. Ognuno di noi che fa politica si sciacqua la bocca normalmente con l’utilizzo dei giovani in politica eccetera eccetera fino a quando finisce la campagna elettorale. Invece nel nostro programma abbiamo inserito una parte importante, la seconda parte, perché abbiamo messo come primo punto la modifica e la ristrutturazione della macchina amministrativa, ma la seconda parte è inerente le politiche giovanili che non possono passare solamente nel far stare un’ora in più aperto il bar. Per quanto riguarda le politiche giovanili, abbiamo inserito nel nostro programma la creazione di un Bic (Business Innovation Center) che, praticamente, non è altro che un luogo di incontro della domanda e dell’offerta, delle capacità e delle competenze di ognuno all’interno del quale anche i giovani possono fare un bilancio delle proprie competenze e ci saranno delle professionalità che fanno venire fuori quelli che sono i talenti per poi trovare il giusto strumento di finanziamento e permettere ai giovani di poter fare impresa o altro. Il giovane non è uno strumento che si utilizza, il giovane è una risorsa su cui si investe. Così come nel passato investirono su di me giovane anche i partiti politici, con la mia esperienza passata in SviluppItalia per diversi anni, ho avuto modo di potere non solo di aiutare ma di creare quelle condizioni affinché ci sia quell’effetto moltiplicativo della ricchezza dall’apertura di una attività imprenditoriale di un giovane. Perché il giovane deve scoprire il proprio talento e poterlo mettere in pratica, mentre invece il giovane non può essere solo aiutato ad andarsene e aiutato a trovare una via di fuga. Il giovane va aiutato in modo da uscire il talento per poter dare egli stesso un contributo al territorio di cui fa parte.

Valendo sempre la premessa di prima, in generale, qual è il piano di sviluppo economico di Melo Lizzo per questo paese?

Un programma di sviluppo economico non può prescindere dall’abbattimento della pressione fiscale. Io non avrei mai permesso che ci fosse a Nicosia l’innalzamento dell’IMU e l’introduzione della TASI. Intanto vanno abbassate questa aliquote: va ridimensionata drasticamente la tasi e abbassata al 7 x 1000 l’IMU sulla seconda casa. Detto questo, attraverso, per esempio, quelli che sono i progetti di sviluppo e di riqualificazione del centro storico che attraverso i piani particolareggiati del piano regolatore, si possa realmente creare uno shock economico nelle ristrutturazioni e nell’ incoming che da questo ne deriva. Nicosia ha tante potenzialità: quando noi siamo fuori non facciamo altro che ammirare ciò che hanno gli altri. Noi abbiamo un bellissimo centro storico che praticamente è composto da variegati colori e una bellissima viabilità interna all’interno del centro storico che però è “variegata”: dove c’è il cemento, dove c’è l’asfalto e altro. Per cui una delle possibilità di sviluppo non può non pervenire dall’incoming derivante dalla ristrutturazione, dall’accoglienza e dal presentare questo bellissimo centro storico e questa bellissima città che abbiamo. Vedete, si sta riorganizzando il giro di Sicilia perché quest’anno sono stati altri a chiedere di passare da Nicosia e non Nicosia che ha chiesto ad altri di passare da Nicosia. Questo è importante perché dobbiamo far trovare una città che è una cittadina dell’entroterra siciliano: una bomboniera da visitare da valorizzare e, mi auguro, da abitare. Stiamo pensando a una serie di misure di proposizione esterna o altro, io l’ho sperimentato personalmente, per far venire le persone qui, non necessariamente il turista. Probabilmente abbiamo fatto questo errore: Nicosia città turistica. Organizziamo un sabato e la domenica e poi basta. Io mi auguro di poter portare la gente a vivere a Nicosia. Mi è venuto in mente qualcosa che presenterò in campagna elettorale per l’attrazione abitativa, non solo per l’attrazione turistica.

Senza metterci sotto l’arma potente e propagandistica del “cambiamento”, perché il Nicosiano dovrebbe votare Melo Lizzo?  

Io chiedo ai cittadini di poter pensare che ancora esiste una possibilità di riscatto per la città. Esiste la voglia in alcuni di noi di proiettare la città nel futuro. Ancora esiste la voglia in ognuno di noi di impegnarci per questa città. E ancora esiste la consapevolezza che le forze sane in questa città possano rappresentare la differenza. Noi eravamo il Faro della zona nord della provincia. Oggi non lo siamo più. Melo Lizzo può fare miracoli? No, non farà miracoli. Melo Lizzo metterà a disposizione di questa città 5 anni della sua vita, e per questo le prime persone cui ho chiesto il via libera è la mia famiglia, per mettere a disposizione quelle che sono le mie competenze, la mia professionalità e la mia testardaggine per portare avanti le cose e sperare che questa città possa avere una prospettiva futura rispetto alla paura che si è ingenerata nel futuro. Io non ho paura. Io ho fiducia.

Ringraziando il candidato Melo Lizzo per questa chiacchierata, ricordiamo che chiunque vorrà potrà dire la propria… con la regola che il caffè sarà offerto da voi.

Alain Calò