Un cammino che “non è un evento” – precisa il vescovo – “da fare sempre e unicamente assieme”. Nelle sue parole la convinzione che “la comunione è responsabilità di ciascuno a non trascurare la relazione con Dio, in ascolto l’uno dell’altro”. Per Gisana una volta avviata la discussione, “cioè il nodo pastorale su cui ci si vuole confrontare, è importante capire lo svolgimento della ricerca che si compone di tre passaggi: la decisione, il racconto e l’ascolto”.
Il vescovo piazzese ha ancora una volta insistito sulla povertà spirituale che la Chiesa assume quando si mette “in ascolto dei piccoli, di quelli che stanno in silenzio, di quelli che si sentono esclusi”. “Non bisogna dimenticare che la Chiesa è un corpo vivo – scrive – sottoposto come tutti gli organismi viventi a cicli che esigono processi di cambiamento, soprattutto nelle fasi di transizione. L’azione dello Spirito è sempre vivace, creativa, rivelativa. Occorre saperla capire e recepire: questo significa sapersi mettere in gioco, accettando il confronto, basato sulla condivisione della fede”.