Piazza Armerina, il parco archeo-illogico

Piazza Armerina. Fu indetta una conferenza stampa a reti unificate, poco più di un anno fa, da Mezzo Nino che con espressione paga e soddisfatta poteva portare pubblicamente all’incasso quello che fu spacciato per un risultato epocale e straordinario ossia l’istituzione del tanto atteso Parco archeologico della villa romana del Casale che avrebbe dovuto rivoluzionare la gestione della Villa, come fu spiegato, grazie all’AUTONOMIA FINANZIARIA! Ossia alla possibilità di poter spendere i generosi incassi del prestigioso sito (da 2 a 3 milioni di euro all’anno) finalmente sul sito stesso, in modo da curarlo, restaurarlo, implementarlo e finanziare perfino nuovi scavi.
“…diventerà ovviamente bellissima, ed io sarò nel Comitato di Gestione…”
Spiegarono, tutti tronfi ed impettiti, che questo straordinario ed epocale risultato era stato possibile grazie al FILO DIRETTO con la Regione Sicilia, bypassando tutte le sovrastrutture burocratiche e pure la segretaria… Abbiamo il parco archeologico. La svolta… diventeremo bellissimi.
Non dissero però che, il neonato Parco archeologico della Villa romana del Casale unificato con il Parco Archeologico di Morgantina, aveva un perimetro impressionante equivalente al Centro-Sicilia.
Non spiegarono che, il nuovo Parco Archeologico si rapporta ad un confine d’ambito di riferimento composto dai comuni di Enna, Piazza Armerina, Barrafranca, Pietraperzia, Mazzarino, Calascibetta, Aidone ed altri che, costituiscono i territori contenenti le aree del Parco, verso i quali si esercita l’azione di promozione e valorizzazione del Parco stesso.
Inoltre, fanno parte del Parco: il palazzo Trigona della Floresta di Piazza Armerina, il MAI APERTO MUSEO, la Villa romana del Casale, il sito di Morgantina, il Museo di Aidone, l’area demaniale di Montagna di Marzo, in territorio del Comune di Piazza Armerina, l’area demaniale di contrada Runzi in territorio del Comune di Pietraperzia, l’area demaniale di contrada Sofiana in territorio del Comune di Mazzarino, in provincia di Caltanissetta ed il Museo Varisano di Enna.
Il territorio del Parco, è costituito da valenze archeologiche, paesaggistiche, naturali e culturali e ricade all’’interno dei paesaggi locali dell’Alta Valle del Fiume Gela, in quello dei Boschi di Aidone e di Piazza Armerina e della Valle del Braemi, così stabiliti e denominati in seno alle sintesi interpretative del Piano Paesaggistico, con riferimento alle specifiche diversità e identità locali, ponendo in evidenza ed in relazione gli aspetti strutturali: fisici, biotici, storico culturali, percettivi connessi ai relativi valori e criticità dei luoghi e tanti, tanti altri luoghi!
Non spiegarono che, non era la Villa del Casale il luogo su cui reinvestire i proventi della biglietteria della Villa ma, era un gigantesco nuovo ente parassita, un enorme buco nero sul quale sarebbero stati spalmati i due o tre milioni di incassi annuali della Villa romana, unica realtà attiva, …un vorace ed insaziabile nuovo contenitore che per funzionare, in un Paese normale, avrebbe avuto bisogno di diversi milioni/anno di finanziamento pubblico regionale e che, invece, in assenza di questi, si andrà a ciucciare tutti i proventi della Villa romana per la quale rimarranno, forse, solo le briciole… o forse, verosimilmente, neanche quelle.
Mezzo Nino, era così fiero quando annunciò, con toni sensazionalistici e piglio neonapoleonico l’istituzione di questo famigerato Parco archeologico…. non aveva capìto niente… aveva forse capito solo che, lui si sedeva al tavolo del COMITATO DI GESTIONE del Parco con tutti gli altri Sindaci in cui ricade la perimetrazione dello stesso, due supercosulenti Regionali ed un consulente nominato dal COMITATO!……… LUI SARÀ SEMPLICEMENTE UN UNO!
Non ha capito che, il neo Parco non è come il Parco della Valle dei Templi o come il Parco di Neapolis di Siracusa, parchi concepiti per autofinanziarsi limitatamente ai loro beni ed al loro strettissimo perimetro. Il Parco, per come è stato concepito, trasforma la Villa romana nel Bancomat di territori assetati, abbandonati dalle istituzioni, vogliosi di un riscatto per valorizzare il loro territorio…. delle sanguisughe che si getteranno a capofitto nella linfa economica proveniente da Piazza Armerina!
Non ha capìto niente, Mezzo Nino, neppure durante la sensazionale seduta del consiglio comunale tenutasi il 18 febbraio scorso, durante la quale il Direttore Calascibetta, messo, metaforicamente, alla sbarra dall’intero Consiglio comunale in quella che doveva essere un’operazione verità a tutto tondo sul Museo Trigona e sulle imperscrutabili ragioni che ne ostacolano da 61 anni l’apertura, con un burocratese navigato e perfetto, acquisito da decenni di limbo speculativo negli uffici kafkiani del Museo più vuoto del mondo, ha tenuto in scacco un’aula intera con un lungo e barboso monologo in cui è riuscito a parlare del Nulla, ossia di tutto che tranne che del Museo. Il temerario funzionario, come Ben Hur nella fossa dei leoni, ha saziato i predatori con argomenti non inseriti all’ordine del giorno, stimolato da una domanda fuori luogo fatta dal piccolo Modestino detto Mauro, che hanno avuto l’effetto di sedàre l’uditorio, ha imposto la scaletta ed ha risposto in modo evasivo e fuorviante secondo il comodo suo per ciò che riguardava il Museo Trigona. Non è stato altrettanto esaustivo, anzi quasi muto, alla domanda del consigliere Zagara, la quale chiede “se avesse avuto la possibilità, di visionare il fascicolo inerente le autorizzazioni rilasciate al palazzo Trigona dagli enti preposti, in modo particolare, se sapesse che il palazzo non ha una certificazione di agibilità, necessaria peraltro nel momento in cui, lo stesso, dal 1 Ottobre 2019 è stato aperto per le visite al pubblico.
Altre cose però gli sono sfuggite sul Parco, cose di grande importanza.. “…i proventi della Villa dovranno servire non solo alla Villa ma a tutto il Parco archeologico! ..serviranno per rilanciare il Museo Varisano di Enna per riportare a redditto il Museo di Aidone. Serviranno a far ripulire Morgantina, Philosophiana, Montagna di Marzo e tanti siti dalle erbacce e serviranno a valorizzare la necropoli di Calascibetta che mi sta molto a cuore…”
Il ricco dovrà aiutare il povero, questo è il grido!
Per concludere: il consiglio comunale di ieri l’altro che doveva servire a fare chiarezza sul Museo Trigona ha finito per fare molta più chiarezza sul Parco archeologico e sulla sua vera natura e sulla sua vera finalità.
Il neonato Parco archeologico spacciato come parco della Villa del Casale e come una conquista di autonomia e di civiltà sarà esattamente un disastro per la Villa romana: la trasformerà in una mammella, una unica mammella da cui devono poppare troppi cuccioli che la disseccheranno lasciandola vuota sterile e macilenta.
Ciò che Mezzo Nino non ha spiegato (non per malafede, puvrddazzu.. ma perchè non aveva gli strumenti per capire, per orientarsi e per rendersene conto) è che la Regione di papà Saro Bellissimo lo ha fregato e ci ha fregati.
In assenza di risorse pubbliche regionali hanno individuato nei proventi dello sbigliettamento della Villa romana l’unica piccola sorgente di cash, l’unica piccola oasi che dovrà dissetare la grande sete dei siti e dei musei archeologici del centro Sicilia ed intorno a questo piccolo pozzo d’acqua hanno ritagliato un distretto di fruitori talmente ampio ed esigente che più non si poteva, e lo hanno spacciato come il Parco archeologico della Villa romana del Casale…
Date queste premesse non si vede davvero nessun risvolto positivo per la Villa romana nè per la città dei mosaici, ancora una volta depredata e sacrificata sull’altare degli interessi altrui.
Date queste promesse ci si potrà ritenere davvero fortunati se con i due o tre milioni di proventi della Villa romana si riuscirà a mettere la benzina nei decespugliatori per avviare le opere di diserbo stagionali e per curare le aiuole… per il Museo Trigona? Semplicemente un “stabbiamo provvedendo” di Settima memoria.
Mezzo Nino svegliati! Si stava meglio quando il filo non era diretto!