Entro il 1 gennaio 2021, per poter accedere ai finanziamenti della programmazione 2021/2027, deve essere eseguito: l’aggiornamento dei Piani d’Ambito, l’individuazione del gestore unico provinciale e l’attribuzione della gestione del Servizio Idrico Integrato. Le somme stanziate, servirebbero per l’adeguamento degli impianti e delle reti, che andrebbero a lenire le colpe per il ritardo, della Regione, dei Sindaci e dei gestori inadempienti, diciamo un “giubileo amministrativo”… ma, bisogna vigilare sulla possibilità che queste somme, cadano nuovamente nelle mani della gestione privata. La ripianificazione, detterà, anche se implicitamente, la forma giuridica della gestione futura, la sostenibilità economica, la visione d’insieme della risorsa idrica e lo sviluppo che potrà essere garantito al territorio e dal territorio. Nella redazione del piano, importante sarebbe evitare una quota di cofinanziamento da parte dei Comuni che, per esempio il comune di Piazza Armerina che vuole dichiarare il dissesto, non potrà/nno, permettersi di sborsare e che implicitamente, ma non tanto, obbligheranno gli Enti Locali a privatizzare nuovamente… sempre che Enna voglia uscirsene dalla privatizzazione della gestione delle risorse idriche. Se dovesse accadere ciò, che non cambierebbe la situazione attuale, almeno in provincia di Enna, il costo del SII (Servizio Idrico Integrato), dovrebbe essere interamente coperto dalla tariffa pagata dai cittadini, compresi gli oneri finanziari per l’accesso al credito, di un eventuale cofinanziamento che di privato avrebbe soltanto i dividenti garantiti. Tutto ciò contro i parametri dettati dalla Legge regionale n.19/2015, che sottendono alla gestione interamente pubblica e senza finalità lucrative del SII rispettando peraltro l’esito del Referendum del 2011. La privatizzazione ha già fallito ad Agrigento con Girgenti Acque, a Palermo con APS, a Siracusa con SAI 8 e con le male gestioni di Acqua Enna e Caltacqua, causando le multe comunitarie milionarie per la mancata depurazione e quelle a venire per le procedure d’infrazione già comminate, nonché un danno ambientale, sociale ed economico che andrebbe finalmente quantificato e risarcito. La Regione, negli ultimi diciotto anni, ha utilizzato i Commissariamenti ad ogni livello per favorire le privatizzazioni a partire da Siciliacque. I Commissari, degli ATO, dal 2013 ad oggi non hanno ravvisato alcuna delle inadempienze che le Procure, i cittadini ed i Sindaci hanno denunciato.
A questo punto, il timore sarebbe quello che, tutto cambierebbe per restare tale e quale. La Regione dovrebbe rispettare in toto la Legge 19/15, gli Enti Locali assumersi la responsabilità politica degli effetti della privatizzazione sulle comunità, nella scelta del controllo interno delle ATI, e non ultimo, l’interesse, a garanzia dei cittadini che lo votano e che li rappresenta, da parte del sindaco. Ma secondo voi come andrà a finire tutto ciò?…..
“In base alle stime più recenti, più di un miliardo di persone non hanno tuttora accesso a fonti di acqua pulita. In alcuni paesi dell’Asia e dell’Africa è di circa 6 chilometri a piedi la distanza media compiuta ogni giorno per procurarsi l’acqua, con un carico medio di 20 chili sulle spalle nel viaggio di ritorno. Mentre in Italia consumiamo ogni giorno 200 litri al giorno procapite”.
Anna Zagara