A Piazza Armerina la saggezza della follia o la follia della saggezza…

Secondo Platone lo stato ideale è composto di tre classi rigidamente separate: al vertice i guardiani filosofi che comandano e governano; al di sotto i guardiani militari che garantiscono il mantenimento dell’ordine; al di sotto ancora la massa del popolo.
Dunque, i guardiani filosofi governano lo stato (la città), i guardiani militari sono al servizio dello stato e la massa dei “produttori” si sottomette ed obbedisce al governo dei guardiani filosofi.
Per Platone, filosofia e potere politico devono coincidere nelle medesime persone. Solo esse possono reggere e governare lo stato. Ma come viene selezionata la classe dei guardiani filosofi?… Lasciamo perdere, ve lo racconto un’altra volta. Vi racconto invece cosa accade quando il potere se ne frega della filosofia, e non solo…
Siamo ai giorni nostri, lo stato ideale, non esiste, così come non esisteva ai tempi di Platone; i filosofi, gli amministratori, non hanno niente a che vedere con i discepoli di Platone, ma usano la filosofia ed in modo particolare la retorica, per prendere per il c…, fondelli, il popolo; i guardiani militari, all’interno di un’amministrazione, sono rappresentati dagli stessi amministratori, vestiti da lacchè con il timore di essere riconosciuti dal popolo. Uno stato ideale, di allora e di oggi, era e dovrebbe essere, costruito sul rispetto delle regole, della legalità e della saggezza. Se tutto ciò non poteva o non potrebbe essere garantito, si dovrebbe avere il coraggio di fare un passo indietro per il bene di tutti, DIMETTERSI. Ma cosa fa invece un amministratore borioso, pieno di sé, del potere e del volere a tutti i costi dimostrare ciò che non sarà mai, cioè un buon amministratore? Sedutosi sul trono di spade, il sovrano eletto dal popolo, nomina suo alfiere, un contabile che, avendo un pensiero ossessivo, cerca di convincere il sovrano che non è fantascienza, bensì scienza… la scienza dei numeri, primi, secondi, terzi… Inizialmente, pareva un gioco… sapete quei giochi erotici che si trasformano in tragedie? Ecco, questi, … hanno stretto così tanto la corda fino alla tragedia “votare finalmente il dissesto dell’Ente”. Nel frattempo, si arriva alla scadenza dei mandati delle posizioni organizzative e quindi il rinnovo delle stesse. Qualche settimana prima, era stato richiesto ai dipendenti aventi le caratteristiche ed i titoli, per partecipare all’assegnazione delle posizioni, di presentare il loro curriculum per la parificazione dei titoli. Tutto ciò perché, una dipendente estromessa dalla posizione di TPO (titolare posizione organizzativa), vince il ricorso contro l’amministrazione, con una ordinanza di “immediato reintegro della posizione”. Ma cosa fa il nostro sovrano filosofo, amanti della legalità e legale? Attua, in collaborazione dei suoi militari, attraverso i curricula presentati, la comparazione dei titoli, indicano i settori ai quali possono essere inseriti, ad alcuni considerano validi titoli inesistenti, ma hanno maturato l’esperienza, ad altri non valutano tutti i titoli e neanche l’esperienza. Risultato? Il ragioniere capo, con apposita convenzione, viene inviato per trenta ore ad altro comune e per le restanti sei ore resta a Piazza Armerina… morale, a Piazza Armerina non servirà a niente la sua presenza per un giorno, economicamente resterà a carico del comune che lo ha assunto, e se non vince il ricorso Miroddi, torna al paesello. La ragioneria viene affidata ad un dipendente che, non ha i titoli ma l’esperienza (così come scritto in determina), ad interim i tributi e tanto altro. Un baffo alla corona (ma forse sono due birre di brand diverso), vabbè… nell’ assegnazione fanno fuori la dipendente estromessa, con ricorso vinto, con ordinanza immediatamente esecutiva adottando questa motivazione: “non t vulemu” (vedi determina sindacale 7/2020), che si profili un abuso di potere? Insomma, alla faccia della legalità, in barba alle ordinanze dei giudici, a che servono? Al comune di Piazza Armerina, abbiamo un sovrano che, prima utilizza dei fumogeni per gli occhi belli del popolo, poi vira tutta la parte economica verso il dissesto… si azzera tutto e chi si è visto, si è visto… e successivamente che fa, invece di farlo tanto, ma tanto tempo prima, comunica a chiare lettere al ragioniere che deve andarsene… L’accordo: “ok, faccio preparare la richiesta da parte del sindaco dell’altro comune che mi ospita, con il nulla osta per trenta ore, sei ore me le assicuro sempre qui, non si sa mai; voi mi votate lo stesso il dissesto, mi serve la delibera per dimostrare che ho ragione… e una posizione la dovete assicurare a… Il sovrano, pur di dimostrare al popolo che, ha avuto gli attributi per mandarlo via, acconsente… Ma come si può mandare alla gogna un intero ente per la vendetta manifesta di un funzionario? Quale recondito motivo, non ha portato alla destituzione del funzionario, prima ancora che si arrivasse alla istruzione della delibera di dissesto che dovrà essere votata dai consiglieri? I soli peraltro che, con voto politico, possono decidere delle sorti dell’intera città, così come possono decidere di rimodulare il piano di riequilibrio secondo le direttive della nuova finanziaria, considerato che la precedente proposta è stata stracciata in consiglio comunale… il consigliere aveva assunto le sembianze della Pelosi… che permetterebbe di scongiurare il dissesto. Il sovrano, un buon sovrano, altro dovrebbe fare che restare seduto sul trono… dovrebbe dimettersi…
TUTTI A CASA CI FACCIAMO PIU’ BELLA FIGURA…

Anna Zagara