I dipendenti di Poste Italiane: “normali eroi” dei nostri giorni

Mai finiremo di paragonare il Coronavirus ad una guerra. E come in una guerra ci sono i soldati in prima linea che combattono. Questi sono i soldati più valorosi, più eroici, coloro che tengono alto il morale e che permettono di raggiungere la vittoria. Questi soldati non hanno elmetti o armi fisiche. La loro uniforme è la nobiltà della loro normalità e le loro armi sono la tenacia di andare avanti nonostante l’avanzata del nemico, sapendo bene che anche stavolta il genere umano canterà vittoria. Ma seppur all’orizzonte è presente la fine dell’incubo, la paura delle tenebre ci avvolge. Ed è per questo che tutti noi dobbiamo stringerci attorno a questi valorosi eroi del nostro tempo, che non sono solamente i medici e gli operatori sanitari, ma anche chi permette il funzionamento degli alimentari e tutti quei servizi essenziali garantiti. Tra questi soldati in questa guerra troviamo anche i dipendenti di Poste Italiane SPA. Soldati che nel silenzio combattono tra mille difficoltà questa battaglia che non solo si esplica nel fronteggiare il virus, ma anche nel mantenere la normalità di un servizio nonostante la paura cresca e i decreti emessi dal Governo sono presi a metà e non danno spiegazioni esaurienti su molti aspetti, lasciando senza difese chi in questo momento avrebbe bisogno di più difese. In tutta questa nera notte si sente forte un urlo che ci porta non solo ad attenzionare questi moderni soldati, ma anche a riflettere su molti aspetti utili che potrebbero portare ad un maggior contrasto del Coronavirus. Quest’urlo proviene dai primi veri difensori dei Lavoratori, dai Sindacati che cavalcano assieme a noi gli eventi tenendo sempre alta l’attenzione sulla difesa del nostro sacro bene che è la salute. E per chi dice che ormai il Sindacato è morto, per chi dice che il Sindacato non esiste, questa è l’ora più importante in cui si vede l’esistenza e l’utilità di chi o cosa. E questa attenzione continua mostrata dai Sindacati non solo testimonia che questi esistono, ma che rappresentano un baluardo di speranza ed un manto difensivo forte per tutti i lavoratori e per tutti noi.
Le accorate parole espresse da Francesco Nicosia, segretario dell’SLP CISL (il sindacato dei lavoratori postali), sono chiara testimonianza di quanto abbiamo detto, ed è perciò importante mettere a disposizione qualunque mezzo affinché venga letto questo “spaccato” della realtà che ogni giorno vivono i dipendenti di Poste Italiane, una realtà avvelenata dalle preoccupazioni del nemico invisibile (che ha provocato anche il sacrificio dei loro “fratelli” nel bergamasco), ma che mantiene la compostezza e la dignità del lavoratore che ben conosce il tempo che il destino ha avuto in serbo per questi.
“Come Sindacato siamo veramente preoccupati per i lavoratori delle Poste, sia negli Uffici Postali che tra gli addetti al recapito” – afferma Nicosia – “Come lavoratori ci riteniamo in prima linea perché ogni giorno, essendo il nostro lavoro tra i servizi essenziali incontriamo persone sia negli uffici postali sia nella consegna della corrispondenza. L’azienda ha adottato una serie di misure cautelative per limitare il contagio come l’apertura degli U.P. a giorni alterni, la riduzione del personale in servizio tra gli addetti al recapito, l’invio di mascherine per il personale e la sanificazione dei locali di recapito e degli uffici postali; purtroppo non ci riteniamo soddisfatti anche alla luce dei recenti decessi tra i colleghi a Bergamo. Inoltre, in seguito a nuovo decreto, il Governo ha anticipato il pagamento delle pensioni per i prossimi mesi e ciò potrebbe significare assembramenti maggiori negli uffici da parte di quella parte di popolazione più debole socialmente che è quella dei pensionati. In questi giorni, i colleghi presso gli uffici hanno fatto notare che, nonostante l’ingresso contingentato, le persone continuavano ad entrare anche per futili richieste come acquistare un francobollo per spedire una lettera. Al recapito inoltre e con il personale ridotto, si è lavorato ancora di più perché la popolazione da casa ha incrementato gli acquisti via internet facendo addirittura triplicare gli arrivi di pacchi da consegnare. E’ una situazione emergenziale, anche perché non sappiamo quanto tempo ancora dovremmo aspettare prima che la situazione si normalizzi. Chiediamo” – conclude – “come CISL Poste, che tutte le forze in campo facciano la propria parte nel fare il proprio dovere ma soprattutto nel garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori postali”.
Ancora una volta, quindi, l’appello a tutti al rispetto e alla gratitudine dinnanzi ai tanti atti normali che son stati fatti in tempi di pace, divenuti oggi eroici in questo periodo emergenziale. Un appello al Governo a non lasciar soli nessuno, perché il virus ammazzerà anche moralmente. Le macerie son già tante, evitiamo di farne ancora. Senza perdere mai la speranza, anzi la certezza, di un futuro migliore, perché anche nella notte più nera arriverà l’alba, anche tra le macerie torneranno a fiorire i fiori.

Alain Calò