Covid-19 Piazza Armerina: “I dubbi che non aiutano” – Procura Enna apre inchiesta su trasferimento paziente da Enna e morta al Chiello

La procura di Enna ha aperto un fascicolo per epidemia colposa legata alla negligenza dei medici sulla morte della paziente, ricoverata al reparto di Medicina dell’Umberto I di Enna, morta dopo il trasferimento all’ospedale Chiello di Piazza Armerina per coronavirus. Lo conferma il procuratore della Repubblica di Enna, Massimo Palmeri. Secondo l’accusa la donna sarebbe stata trasferita a Piazza Armerina, senza che i medici avessero effettuato alcun tampone e nonostante presentasse i sintomi di infezione da Covid-19.

Sulla situazione a Piazza Armerina la riflessione della Consigliera comunale d.ssa Anna Zagara, e corrispondente della nostra testata giornalistica:

“Si dice di solito dopo un buon pasto “siamo alla frutta”, ma si dice anche di tutte quelle situazioni delle quali ormai non abbiamo più controllo, nel caso della gestione del Covid-19, in provincia, immaginate voi che tipo di frutta sia rimasta a nostra disposizione. La situazione che ogni cittadino vive, è quella di estrema preoccupazione, ansia e impotenza di fronte ad un nemico che non ha eguali. L’unica salvezza era e sarebbe stata, il mettere in atto tutte le misure restrittive dettate dai nostri governanti ed amministratori e la convinzione, quasi rassicurante, che il nostro servizio sanitario fosse stato veramente pronto ad affrontare tutto ciò così come espressamente dichiarato dalla governance Regionale.
Invece ad oggi ci ritroviamo mezza provincia di Enna “zona rossa”, tutti i reparti, o quasi di medicina, in quarantena; si disconosce il numero di casi positivi ed a malapena i ricoverati…… (n.d.r: la comunicazione con l’Asp si è interrotta sin dall’inzio) tranne quelli della terapia intensiva che ammontano a dieci posti; il reparto di malattie infettive al collasso; molti sanitari con probabile positività, ma ad oggi non si ha sentore dei tamponi effettuati a tutti i sanitari così come dichiarato dal Presidente della Regione; la direzione Generale diffidata dagli stessi sanitari che, operano all’Umberto I di Enna, per la mancanza di DPI, salva vita per tutti; la possibilità che, il sistema di areazione dell’ospedale di Enna, così come accaduto in alcuni ospedali del Nord, non abbia “subito”, le regolari manutenzioni ordinarie, avendo così come risultato, si presune, la presenza di filtri obsoleti e sporchi, che non attuerebbero una sanificazione dell’aria dei reparti del presidio; al momento si sconosce la reale fornitura di medicinali assegnati per le cure del Covid, quale la quantità in essere e fino a quando la disponibilità. A tutto ciò, purtroppo, dobbiamo aggiungere la rilevata superficialità, leggerezza che, ha indotto alla sottovalutazione sintomatologica, di alcuni pazienti, permettendone il trasferimento dal reparto di Medicina di Enna a quello di Piazza Armerina (senza effettuare alcun tampone, anche in via precauzionale?). I sanitari del reparto del nosocomio Piazzese, fidandosi della diagnosi del nosocomio Ennese (fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio), trattano i pazienti senza alcuna schermatura per la sicurezza e l’incolumità della salute propria. Risultato: una paziente deceduta; tampone effettuato qualche giorno primo risultato positivo; personale sanitario e non con possibilità di positività, stanno effettuando il tampone; badante della paziente risultato positivo ed attualmente ricoverato in malattie infettive ad Enna; altro paziente di Pietraperzia, di cui si attende risultato del tampone e con conseguente ricovero del figlio di quest’ultimo in malattie infettive ad Enna, e purtroppo potremo continuare. La cosa che lascia leggermente, e forse anche più che perplessi i cittadini Piazzesi è: ”il reparto di medicina di Enna è stato dismesso per recuperare i famosi posti letto o perché se si era certi della positività di qualche paziente ricoverato? Come mai questa decisione, quando ancora l’esito del tampone, peraltro effettuato sotto insistenza di un medico che nulla ha a che fare con il reparto di medicina del Chiello, ancora non era pervenuto? Oppure dobbiamo insinuare – si spera di no – che tutto ciò abbia avuto una matrice dolosa? Perché mettere a repentaglio la vita degli stessi colleghi oltre che, ed in modo particolare, degli stessi pazienti che già si trovano in precarie condizioni di salute? A cosa servono, servirebbero, o sarebbero serviti i sacrifici di tutti, indistintamente, dei cittadini della provincia? Il Sindaco della città di Piazza Armerina minaccia il ricorso agli organi di giustizia, ma oltre a ciò, dovrebbe avere contezza, ora più che mai, del protocollo farmacologico che si sta utilizzando, quanta la provvista farmacologica, quanti altri possibili e certi posti di terapia intensiva, ed in modo particolare come, ormai, il Chiello dovrà organizzarsi per far fronte alla situazione sfuggita di mano; dovrebbe anche chiedere, ai vertici Regionali, quando saranno messi a disposizione i ventilatori, i respiratori ed i DPI, salva vita; la politica locale risponde “chi ha sbagliato pagherà”. Purtroppo, al momento, e con il picco del contagio ancora da registrare, visti anche gli ultimi arrivi dal Nord, a pagarne le conseguenze, saranno tutti coloro che si ritrovano in prima linea e tutti i cittadini che riponevano le speranze in loro. Ancora presto però, per dare colpe, per contare i morti, per valutare gli errori evitabili o meno dei sanitari, per riscontrare la risposta politica, per valutare l’operato organizzativo della Direzione Generale. Insomma ancora presto tutto, ma non per combattere, ormai siamo in battaglia e dobbiamo combattere… dobbiamo solo capire qual è il nostro nemico e decidere quale combattere”.