Oasi Maria SS di Troina: scatta sospensione e cassa integrazione (solo) per un terzo dei dipendenti

Sospensione totale e parziale dal lavoro e Fondo integrazione salariale (Fis) per 189 dei 672 dipendenti dell’Irccs Oasi Maria SS dal 30 marzo fino al 31 maggio. Non sono interessati a queste due misure i 105 dirigenti. Dei 189 dipendenti per i quali sono stati chiesti gli ammortizzatori sociali del Fis, 164 sono sospesi a zero ore, nel senso che non vanno a lavorare per 9 settimane, dal 30 marzo fino al 31 maggio, mentre gli altri 25 lavorano ad orario ridotto a metà. Si tratta di personale amministrativo e tecnico come logopediste, assistenti sociali, tecnici di laboratorio di analisi chimico-cliniche e microbiologia, biomediche, terapisti, tecnici di radiologia, di neuro fisiopatologia di riabilitazione psichiatrica e terapisti occupazionali. Per il personale che lavora ad orario ridotto del 50 per cento, è prevista la rotazione. Della sospensione e della riduzione dell’attività di questi 189 lavoratori e della relativa richiesta all’Inps dell’integrazione salariale, la direzione dell’Ircss ha informato le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil con la lettera del 6 aprile. Come prevede l’art. 19 del decreto legge n. 18 del 17 marzo 2020, recante norme per il sostegno alle famiglie, lavoratori e imprese coinvolte nell’emergenza epidemiologica da covid 19, la direzione dell’Irccs e organizzazioni sindacali, l’8 aprile, hanno esaminato congiuntamente in via telematica la richiesta degli ammortizzatori sociali per questi 189 lavoratori. Le segreterie provinciali e le rappresentanze sindacali aziendali (rsa) di Cgil, Cisl e Uil hanno valutato positivamente la richiesta integrazione salariale fatta all’Inps dalla direzione dell’Irccs per 158 lavoratori ai quali su proposta delle organizzazioni sindacali, ne sono stati aggiunti ieri altri 31. Che l’emergenza sanitaria, provocata dal focolaio dell’epidemia da covid 19 accesosi all’Oasi Maria SS, avrebbe innescato un’emergenza economica, per una sorta di effetto domino, era facile prevederlo. In un paese con una popolazione, che è già scesa sotto i 9 mila abitanti, e con un’economia in affanno e con molti giovani e meno giovani emigrati, che conservano ancora la loro iscrizione nei registri dell’anagrafe, l’Oasi Maria SS ha una forte presa sull’economia locale con i suoi 672 dipendenti. Per Troina, l’Oasi Maria SS è, nello stesso tempo, una risorsa ed una fonte di insicurezza per l’economia locale. L’hanno scritto, nel loro libro di alcuni anni fa “Sociological and economic change in the peasant society of Troina, Sicily”, i due sociologi Clifford J. Jansen e Anton J. Jansen. Con questo violento focolaio di infezione da covid-19, oggi è diventata anche una fonte di preoccupazione per la salute pubblica di Troina. Si fanno già sentire i contraccolpi di questa emergenza sanitaria provocata dal covid 19 sull’economia locale allo stremo. I primi ad avvertirli e a lanciare l’allarme, alcuni giorni fa, sono stati ristoratori, baristi, barbieri e parrucchieri, che da un mese tengono chiusi i loro negozi. Ma non sono solo loro a dover star fermi. Ci sono pure altri artigiani e commercianti di molti prodotti del settore non alimentare che hanno abbassato le saracinesche dei loro negozi un mese fa e non le hanno ancora rialzate. Molte delle imprese artigiane delle costruzioni, che ogni giorno con i loro operai si spostavano da Troina a Catania, sono ferme e non sanno quando potranno riprendere a viaggiare per andare a lavorare. Se continua così ancora per molto tempo, sono in molti a temere che non gli sarà facile riprendere le attività. Alle preoccupazioni per la propria salute minacciata brutalmente dal covid 19, i troinesi si sono visti aggiungere all’improvviso anche le preoccupazioni economiche per il loro presente e futuro.

Silvano Privitera