Calascibetta: saluto commosso a Giuseppe, solidarietà degli xibetani in tempo di Covid-19

Calascibetta. In queste settimane, tristi e buie, la comunità xibetana sta mostrando la parte migliore di se. Rappresentano un grande valore quell’essere altruisti, quell’aiutare coloro che soffrono anche economicamente, perchè le restrizioni del virus impediscono a molti di lavorare, ma anche quell’immedesimarsi nel dolore di chi ha perso una persona cara. Calascibetta si è mostrata solidale anche in altre occasioni ma in questi giorni, segnati dal dramma del Covid-19, gli aiuti alle persone più fragili si sono moltiplicati. Sono aiuti sinceri, iniziative che vengono dal profondo del cuore, come l’abbraccio virtuale che diventa pura commozione nel leggere su Facebook i tanti messaggi rivolti a Carmelita Cingotta, dopo la perdita della mamma Paola a causa del coronavirus, o l’iniziativa del Banco alimentare, un vero carrello solidale, grazie all’idea di una concittadina, Pinuccia Lo Cascio, che vede molti xibetani, nel fare la spesa, comprare dei prodotti di prima necessità per coloro che non arrivano a fine mese. C’è stato anche il lavoro di alcune sarte, le quali, la settimana scorsa, hanno realizzato centinaia di mascherine per donarle a tanti cittadini. Incessante e senza sosta, inoltre, l’impegno che stanno mettendo in campo i volontari della Protezione civile. Infine, in una Chiesa diventata forzatamente social, molti xibetani hanno scoperto Facebook per la preghiera e per partecipare alla messa giornaliera celebrata dall’arciprete Giuseppe Di Rocco. Tanti gesti solidali, ma oggi non potevamo non ricordare il passaggio all’altra vita di Giuseppe Rampello e la commozione di un intero paese. La sua morte, a soli 22 anni per arresto cardiaco, avvenuta il giorno di pasquetta, ha lasciato il paese attonito. Il dramma dei genitori, della sorella e di tutti i parenti di Giuseppe è diventato anche quello della comunità. “Calascibetta ha perso un figlio”, ha detto Carmelina Lo Verde, gestore di un tabacchi in via Nazionale. Un figlio ricordato anche dalla significativa poesia di Antonio Mocciaro, dalle preghiera dell’arciprete e dai commercianti di via Nazionale, i quali hanno addobbato, con fiori e palloncini bianchi, lo spazio antistante il negozio che la famiglia Rampello gestisce e dove lavorava anche Giuseppe. E poi quelle lenzuola bianche, dai balconi, per l’ultimo saluto. Quel bianco, simbolo di purezza, di quelle lenzuola che quasi cercavano di abbracciare il carrofunebre durante l’attraversamento di via Nazionale, in quel momento ammutolita come non mai.

Francesco Librizzi