Troina, come si vive in una zona rossa tra disagi e attese

Ieri all’ufficio postale, dove si entra uno alla volta e dopo che esce quello che è entrato prima, c’erano un solo sportello aperto e fuori la fila di 16 persone a debita distanza, che cercavano e trovavano riparo dalla pioggia sotto i balconi e, in attesa di entrare, sempre uno alla volta, tutte con la mascherina d’ordinanza e molte anche con i guanti di lattice per proteggere se stessi e gli altri dal covid 19. Anche negli esercizi commerciali, che possono stare aperti, si entra uno alla volta facendo la fila all’ingresso. L’emergenza sanitaria da covid 19, e per di più in un paese dichiarata “zona rossa”, ha modificato la vita quotidiana rallentandone i ritmi. Quella di ieri non è stata una bella giornata primaverile, come ci si sarebbe aspettato ad aprile inoltrato. Sotto un cielo plumbeo e una fastidiosa pioggerellina che cadeva ad intermittenza e con una temperatura che non era per niente primaverile, non è stata un’esperienza piacevole. Molti di loro incappucciati e intabarrati nei giubbotti per ripararsi dalla pioggia e dal freddo, si riconoscevano a stento. Circostanza, questa, che non gli ha impedito di parlare e dire quello che pensavano. “Ma come è possibile che ci sia un solo sportello aperto?”, si chiedeva una signora che aspettava da mezz’ora. “Il buon senso vorrebbe che ce ne fosse aperto almeno un altro, visto che dobbiamo fare la fila fuori al freddo e sotto la pioggia”, aggiungeva un signore che aspettava il suo turno per entrare. “Non è giusto prendersela con l’unica dipendente allo sportello perché anche per lei non è agevole lavorare in queste condizioni”, sosteneva un altro utente appena arrivato. “Anch’io la penso allo stesso modo; rilievi critici e proteste per come funziona l’ufficio postale in questi giorni vanno rivolti non a chi ci lavora, ma a quelli che stanno più in alto e decidono quanti sportelli aprire”, aggiungeva un altro che stava per entrare. In una zona rossa però non è un’operazione semplice coniugare la sicurezza dei lavoratori e l’erogazione del servizio, tenendo aperti l’ufficio postale e gli esercizi commerciali essenziali. “Ma quanto dovrà durare ancora questa sofferenza per tutto il paese?” si chiedeva un’anziana signora che era lì con la figlia per delle normali operazioni sul conto corrente. “Ne avremo ancora per molto perché dal 30 marzo siamo zona rossa e lo saremo fino al 4 maggio, ma ho paura che andremo oltre perché all’Oasi Maria SS c’è un forte focolaio di coronavirus che non è facile spegnere in poco tempo”, diceva un altro che ha smesso di guardare al futuro con ottimismo. “Quattro ospiti disabili e un’anziana volontaria dell’Oasi ci hanno rimesso la vita e ci sono ancora un centinaio di casi positivi tra gli ospiti disabili e circa settanta casi positivi tra gli operatori dell’Oasi Maria SS, pertanto dobbiamo rassegnarci a vivere ancora per molto tempo con questi disagi e limitazioni degli spostamenti in entrata e uscita nel e dal paese”, aggiungeva un altro scuotendo la testa. E ancora non si sanno quanti sono i casi positivi di covid 19 tra gli abitanti, oltre a quelli accertati tra di dipendenti dell’Oasi Maria SS.


Silvano Privitera