Agira: il paese diviso per San Filippo

Il popolo di Agira è sempre stato unito sotto il culto di san Filippo, santo venerato come patrono in diversi comuni siciliani. Filippo, vissuto in epoca romana, venne inviato ad Agira subito dopo la sua ordinazione sacerdotale per liberare la città dai demoni che l’affliggevano. In poco tempo si diffuse la sua fama di taumaturgo e operatore di miracoli tanto che la città assunse il nome di “San Filippo d’Agira” e i suoi abitanti sono tuttora intesi “sanfulippani”. La festa in onore del santo cade il 12 maggio, giorno della sua morte. Questo però è l’anno del Covid e la normalità assume nuove forme: il prete della Reale Abbazia di Agira, don Giuseppe La Giusa, aveva intenzione di celebrare il santo fra il 18 e il 19 maggio, dato che dal 18 maggio, secondo il protocollo firmato fra la Cei e il Governo il 18 maggio, sarà possibile partecipare nuovamente alla Messa. Don Giuseppe La Giusa aveva pianificato ogni cosa, nel tentativo di conciliare fede, scienza, devozione e rispetto per le norme, prevedendo quattro funzioni a distanza di un’ora l’una dall’altra, il distanziamento tra i banchi della chiesa e naturalmente lo svuotamento delle acquasantiere; ma una parte della cittadinanza ha detto NO. “Ha vinto il rispetto delle norme e, soprattutto, ha vinto il buon senso perchè dopo cinque settimane da zona rossa” ha spiegato Giuseppe Senfett, uno dei promotori della petizione online per chiedere al vescovo, alla sindaca ed alla Prefetta di fermare i festeggiamenti programmati “non possiamo permetterci di far ripartire l’epidemia che qui ha causato lutti e dolore”. In attesa della campionatura sull’intera popolazione molti agirini hanno dunque preferito rinunciare alla messa per san Filippo. Don Giuseppe ha deciso per tanto di ridurre le messe a due: una il 18 e l’altra il 19. “ A seguito delle polemiche che si sono generate sui social e oltre, non mi piace che io venga messo quasi sotto indagine e diffamato, solo perché voglio esercitare il mio ministero sacerdotale. Pertanto in obbedienza alle autorità religiose e civili, così come disposto, sarà celebrata una sola messa sia il 18 come anche il 19 maggio. Sono grato al sindaco e all’arma dei carabinieri… perché dopo aver effettuato le debite verifiche e non avendo riscontrato nulla di irregolare, si sono fatti portatori alla prefettura per ottenere i dovuti permessi per le celebrazioni. Tuttavia il clima che si è creato non consente di farle. Non potevo immaginare che dopo un periodo oscuro per Agira un momento significativo di ringraziamento al Signore si tramutasse in una polemica come questa, con pubbliche offese anche personali. Invece di additare e puntare sempre il dito sarebbe stato gradito un confronto personale e perché no, anche un aiuto, non a me ma a Dio”. I “sanfulippani” si sono nettamente schierati su due fronti opposti, che per necessità di sintesi definiremo: i solidali e i detrattori, il soggetto sottinteso è don Giuseppe. E’ sembrato infatti di assistere a una prova di forza fra due avverse fazioni e testimonianza ne è l’acceso scambio di post su Facebook su cui anche il gruppo liturgico -Parrocchia Abbazia è intervenuto: “Mi sono detta, anzi, ci siamo detti: adesso basta, questo è troppo. Ma come può gente che non frequenta la parrocchia Abbazia e, quindi, non è a conoscenza della cura, dell’osservanza scrupolosa delle procedure adottate dal parroco, diffondere giudizi se non per puro gusto di attaccare, aggredire e contagiare negatività? Noi che vediamo e osserviamo quotidianamente le scelte, la responsabilità massima e lo stile di correttezza praticate dal parroco non possiamo non ammirarlo e dirlo.
Sono davvero infondate le posizioni prese dai fratelli agirini che si dicono coraggiosi, ma non lo sono se non sanno dialogare guardando negli occhi le persone interessate. Gli apprezzamenti, la stima, il coraggio di rischiare per la sua gente che ha dimostrato in questa circostanza glielo esprimiamo noi e non solo, ma anche tantissimi non agirini che conoscono a fondo il suo impegno come pastore di anime”. San Filippo scacciò demoni a iosa, ma sul Covid ha avuto la peggio e nonostante le sue molte sudate la ragione degli agirini ha vinto sulla devozione dei sanfulippani.

Gabriella Grasso