Presidente Anc Nicosia Enna: “decreto rilancio” porta con sé diverse zone d’ombra

Nicosia. Con una nota pervenutaci e che qui vi alleghiamo, ci preme sottolineare come il cosiddetto “decreto rilancio” porta con sé diverse zone d’ombra. È pacifico, da un certo punto di vista, “giustificare” qualche dimenticanza (poniamola in questa maniera) in un momento di grave emergenza come questa. Giustifichiamo anche qualche strafalcione come il bonus monopattino che in un precedente articolo abbiamo “tartassato”. Ma qui si sta parlando (non vogliamo usare la parola “giocando”) con la dignità di due milioni di persone. Non è una “svista”, è un vero e proprio obbrobrio questa dimenticanza che colpisce milioni di persone, una percentuale viva e pulsante della Nostra Società. La libera professione rappresenta da un lato la sintesi della dignità umana che in un misto tra il lavoro e la libertà, nonché la meritocrazia, porta il libero professionista attraverso le sue competenze, ad essere un “tesoro” per la propria comunità. L’insieme dei liberi professionisti, oltre ad un peso non irrisorio del Pil nazionale, rappresentano un “tesoro” del Sistema Italia. Ma dall’altro lato, questo virus sciagurato unito a misure non molto razionali, ha svalutato questo “tesoro”. Questa nota che riceviamo, ricca di pathos e di dignità che solo il lavoro può dare, non poteva, quindi, non essere pubblicata:  

 “il comparto professionale escluso dai benefici a fondo perduto dal “decreto rilancio”, è composto da circa due milioni di professionisti (Commercialisti, Consulenti del lavoro, Avvocati, Ingegneri, Notai, Medici ecc.) che insieme formano il 12,5% del PIL nazionale. 

Sin dall’inizio della pandemia i professionisti, e fra questi Commercialisti e Consulenti, non sono mai rimasti a casa, neanche un solo giorno, premurandosi di risolvere i problemi dei propri clienti rispondendo alle loro esigenze in modo assolutamente gratuito.

 Per giustificare l’esclusione dei liberi professionisti dai benefici a fondo perduto del “decreto rilancio”, il Ministro Gualtieri, in modo inadeguato e rocambolesco durante la trasmissione “Piazza Pulita”, motiva e giustifica tale decisione poiché essi non sono ne artigiani e neanche operatori di commercio ma “persone” e su questo mi preme sottolineare al Ministro, che certamente gli è sfuggito qualcosa, ha dimenticato di aggiungere: “con attributi annessi”

 Sappiamo bene infatti che, a parte la diversità operativa fra lavori manuali e intellettuali, sostanzialmente a livello organizzativo non vi è alcuna differenza fra artigiani, commercianti e liberi professionisti e ciò è già stato ampiamente chiarito dalla Corte di Cassazione con l’ordinanza n. 18801 del 16 luglio 2018, la quale ha ribadito la nozione comunitaria di impresa che include qualsiasi entità che eserciti un’attività economica, a prescindere dallo status giuridico e dalle sue modalità di finanziamento. L’attività professionale quindi, anche relativamente agli aiuti di stato, deve essere equiparata a quella imprenditoriale vera e propria e soggiace agli stessi vincoli.

 Noi conosciamo bene il lavoro che svolgiamo, all’interno e all’esterno dei nostri studi professionali, e non possiamo permetterci di farfugliare ai nostri clienti parole senza senso, specialmente se inerenti alle nostre competenze professionali e questo, Sig. Ministro dell’Economia, ce lo aspettiamo anche da lei.

 Mi preme inoltre ricordare al Direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini che in merito alla decisione da parte dei vertici dei Commercialisti e Consulenti del lavoro, di non partecipare alla riunione da lei convocata sulla gestione del contributo a fondo perduto, abbiamo ricevuto dai nostri clienti solo applausi e piene manifestazioni di solidarietà poiché essi sanno bene su chi riporre la loro piena e incondizionata fiducia e da parte di chi, di contro, possono aspettarsi solo complicazioni, problemi e ingiustizie in capo alla propria impresa.

 Ce la faremo a venirne fuori da questo terribile incubo pandemico che ha messo in ginocchio la salute pubblica (più di 32.000 decessi solo in Italia) e l’economia di un intero Paese. Sono convinto che ce la faremo e ancorché fortemente scossi psicologicamente e profondamente segnati fisicamente ci rialzeremo e cureremo le nostre ferite anche se resteranno evidenti le cicatrici pronte a ricordarci, per sempre, i terribili periodi scuri del Covid19.

 Ce la faremo a buttarci alle spalle questi primi e indimenticabili mesi del 2020, ritornerà il sorriso, la determinazione e la forza degli italiani, di un popolo che vive nel “Bel Paese” il più invidiato e visitato al mondo. Sono certo che ce la faremo, perché siamo testardi ma capaci, perché accettiamo le sfide ad ogni livello e normalmente siamo abituati a vincerle.

 Ce la faremo Signor Ministro, ci rialzeremo signor  Direttore dell’A.d.E.  e lo faremo anche senza di voi, senza la vostra inaccettabile spregiudicatezza, testardaggine e inadeguatezza, senza le vostre azioni discriminanti e i vostri anatemi che ricordano il sapore di minaccia vessatoria nei confronti dei cittadini, dei contribuenti e dei comparti produttivi.

 In questo periodo triste, di morte fisica e morale, non avete saputo portare un minimo conforto per lenire le sofferenze ma, di contro, avete attivato dinamiche discriminatorie e profuso false promesse e vane speranze. Spero solo, per il bene di tutti che il “Decreto rilancio”, in sede di conversione, possa essere migliorato e modificato, affinché possano da esso sparire tutte le imprecisioni, le incongruenze e le discriminazioni che rasentano l’incostituzionalità”.  

 

Alain Calò