Raccolta rifiuti apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) tra le 20 peggiori per raccolta pro capite Enna

Nel 2019 la Sicilia ha avviato a corretto trattamento 17.331 tonnellate di Rifiuti da Ap-parecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE). È quanto emerge dal Rapporto Annuale 2019 del Centro di Coordinamento RAEE, l’organismo centrale che organizza l’attività di tutti i Sistemi Collettivi dei produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche che si occupano della gestione dei RAEE in Italia, e che rappresenta il punto di riferimento per tutta la filiera dei RAEE domestici.

Il Rapporto Annuale 2019 raccoglie e sintetizza i risultati della raccolta conseguiti dai Sistemi Collettivi secondo le indicazioni del Centro di Coordinamento RAEE, ed è pertanto l’unico report in grado di fotografare l’andamento della raccolta di RAEE domestici nella sua totalità a livello nazionale.

Il risultato conseguito dalla regione conferma, accelerandolo, il trend positivo avviatosi alcuni anni fa e che si è concretizzato in un incremento del 19,2%, la seconda miglior crescita nel Sud Italia e Isole e a livello nazionale, facendo della Sicilia l’ottava regione italiana più importante per volumi assoluti di RAEE e la seconda del Sud Italia.

Anche la raccolta pro capite, pari a 3,47 kg per abitante, registra una crescita superiore al 19% e fa sì la regione si dimostri la seconda migliore crescita di tutto il Sud Italia e dell’Italia; tuttavia il valore raggiunto non consente ancora di recuperare il ritardo accumu-lato negli anni e porta la regione a posizionarsi sul fondo della classifica nazionale nella penultima posizione.

Raccolta per raggruppamenti
A livello di tipologie, la raccolta della Sicilia è adeguatamente ripartita tra freddo e clima (R1), grandi bianchi (R2) e i cui pesi sono molto simili tra di loro: 30,1%, 33,4. Da notare che le 5.200 tonnellate di R1 e 5.800 tonnellate di R2 raccolte complessivamente in tutta la regione sono inferiori a quelle avviate a corretto trattamento dalla sola provincia di Mila-no Il raggruppamento 3, con 4.226 tonnellate, a risulta più allineato a quanto registrato in regioni simili come Campania.
I piccoli elettrodomestici e consumer electronics (R4) arrivano a valere l’11,8% della raccolta complessiva. Ultimo posto per incidenza, comprensibilmente, per le sorgenti lu-minose (R5) che grazie a una crescita del 16,6% sfiorano le 56 tonnellate, superando la Sardegna.

Raccolta per province
La provincia che raccoglie più volumi è Catania con 4.879 tonnellate, ma è anche quella che registra l’incremento più contenuto a livello regionale (+4,8%). Sul suo territorio si concentra quasi il 41% della raccolta complessiva di rifiuti di grandi bianchi (R2) per un totale di 2.369 tonnellate; il 24% della raccolta di R2 è appannaggio della provincia di Palermo (1.390 tonnellate), mentre le restanti province raccolgono quantitativi che vanno da un massimo di 968 tonnellate sul territorio di Messina a un minimo di 54 tonnellate in provincia di Caltanissetta.
Nella provincia di Catania, i RAEE legati a R1 pesano meno della metà della raccolta di R2 e rappresentano il 20,7% dei volumi complessivi, evidenziando pertanto un’elevata dispersione di questa tipologia di grandi elettrodomestici in canali non ufficiali. Molto contenuta anche la raccolta di rifiuti legati a R3 e a R4.
Al secondo posto per raccolta complessiva si posiziona la provincia di Palermo con 3.966 tonnellate (+24,2% rispetto al 2018) che è invece prima a livello regionale nella rac-colta di R1 con 1.496 tonnellate.
La provincia di Messina avvia a trattamento 2.876 tonnellate (+37,8%) mentre quella di Trapani vanta complessivamente 1.801 tonnellate (+26,7%).
Superano di poco la soglia delle 1.000 tonnellate le province di Ragusa e di Siracusa, da sottolineare però che la prima cresce del +41,5% rispetto al +12,3% della seconda. Molto più contenute le raccolte delle province di Agrigento con 859 tonnellate (+19,5%), di Enna con 572 tonnellate (+48,4%) e di Caltanissetta con 258 tonnellate, quest’ultima unica in flessione con -33% rispetto al 2018.

Raccolta provinciale pro capite
La provincia di Messina è prima per raccolta pro capite con 4,59 kg/ab, in crescita del 38,8% rispetto all’anno precedente. Ciò nonostante è ancora al di sotto del dato medio del Sud Italia (4,77 kg/ab). I suoi abitanti si dimostrano i più virtuosi della regione nella raccolta di rifiuti di R1 con 1,52 kg/ab, mentre sono secondi dietro alla provincia di Catania per R2, con 1,55 kg/ab. Seconda è la provincia di Catania che registra una raccolta pro capite di 4,40 kg/ab. Segue la provincia di Trapani con 4,18 kg/ab complessivi e una raccolta di piccoli RAEE legati a R4 pari a 0,90 kg/ab, il dato più alto della regione, ma inferiore del 25% rispetto alla media italiana.
Le restanti province si posizionano tra le 20 peggiori per raccolta pro capite a livello nazionale: Enna con 3,47 kg/ab (+49,7%) è al 17° posto, subito dietro a Ragusa (16° posto con 3,31 kg/ab) e seguita da Palermo (18° con 3,17 kg/ab) che purtroppo si distingue negativamente anche per il dato pro capite di R5, il peggiore a livello regionale e terzultimo a livello nazionale. Male anche le province di Siracusa (2,65 kg/ab) e di Agrigento (1,98 kg/ab), mentre è addirittura ultima nel ranking nazionale, la provincia di Caltanissetta con 0,98 kg/ab, tra l’altro unica della regione con un trend negativo rispetto al 2018 del -32%. Purtroppo, la provincia si dimostra la peggiore in Italia anche per il dato pro capite dei singoli raggruppamenti.

“La Sicilia presenta complessivamente un dato di crescita, con un valore prossimo al 20%, ma sconta una situazione di partenza estremamente bassa” afferma il direttore generale del Centro di Coordinamento RAEE Fabrizio Longoni. “Nella regione nessuna provincia raggiunge il valore medio della raccolta pro capite del Sud Italia e a livello regionale la raccolta per abitante è meno della metà di quanto fatto in Sardegna. È necessario attuare delle misure importanti se si vuole che la raccolta dei RAEE raggiunga un livello accettabi-le per potersi confrontare con gli obiettivi europei. Servono fatti, infrastrutture e comunica-zione altrimenti non si potrà mai colmare il divario con le regioni virtuose”.