Il passaggio dall’Ato all’ATI è peraltro un passaggio che la norma pone come obbligatorio pena l’impossibilità di operare per attivare gli investimenti pubblici, in gran parte provenienti dall’Unione Europea, che attendono il via libera dell’ATI per ammodernare le reti idriche colabrodo che, causando la perdita di oltre il 60% dell’acqua immessa nelle condotte, produce sprechi ma anche costi più alti per la gestione dell’acqua! Meraviglia la cinica sordità alle problematiche concrete dei lavoratori e delle comunità amministrate che alcuni Sindaci (in provincia di Enna quelli dei due Comuni più popolosi del territorio) sia a Caltanissetta che ad Enna, dopo mesi e mesi di ritardi per il passaggio definitivo all’ATI, continuano a esercitare questa sorta di gioco ad ostacoli.
In questo frangente in cui l’Italia ha bisogno di ripartire, di rimettere in moto l’economia dopo l’emergenza sanitaria vissuta negli ultimi mesi, è necessario che la politica dia il buon esempio prodigandosi concretamente, non facendo solo chiacchere, interessi elettorali o di bottega, per sbloccare al più presto ovunque tutte le opere che sono immediatamente cantierabili, perché già in possesso di copertura finanziaria e progetti esecutivi.
Nel frattempo che qualche amministrazione comunale si diletta in bizantinismi politici il disagio sociale aumenta; aumenta la disperazione di chi non riesce a far fronte neanche alle più elementari esigenze di sostentamento di se e delle proprie famiglie.
Auspichiamo che la politica faccia davvero la propria parte nel dare risposte serie, concrete, urgenti al disastro economico e sociale che rischia di esplodere in rabbia sociale”.