Istituito all’Irccs Oasi di Troina gruppo di lavoro di teleriabilitazione piscologica e neuropsicologica

Troina. Costituito all’Irccs Oasi Maria SS un gruppo di lavoro che si occupa della teleriabilitazione psicologica e neuropsicologica per assicurare la continuità terapeutica e assistenziale. Di questo gruppo di lavoro fanno parte componenti delle unità operative di psicologia del dipartimento per il ritardo mentale-disabilità intellettiva, diretto dal prof Serafino Buono, e del dipartimento di involuzione cerebrale senile, diretto dalla dr Simonetta Panerai. Lavorare nelle inedite condizioni imposte dall’emergenza sanitaria provocata dalla pandemia del covid 19, non è facile ovunque. Ma lo è meno facile nei servizi di assistenza a e cura delle persone. Se poi queste persone, sono persone fragili con disabilità e morbilità, le cose si complicano ancora di più per gli operatori impegnati nel lavoro di cura e di assistenza. Le norme per contenere la diffusione del contagio richiedono, tra l’altro, il distanziamento interpersonale e l’uso dei dispostivi di protezione individuale, che non facilitano il lavoro. Quello che sta facendo il gruppo è un lavoro che coinvolge anche le famiglie e investe la rete dei rapporti sociali di famiglie, operatori e assistiti. In condizioni di isolamento forzato, questa rete di rapporti sociali rischia di sfilacciarsi mettendo in seria difficoltà quelle famiglie che hanno al loro interno persone con disturbi del neurosviluppo o che soffrono di demenza. Per scongiurare un tale rischio, all’Irccs Oasi Maria SS, dove è scoppiato il focolaio di covid 19 più virulento della Sicilia, che per fortuna si è ormai spento, hanno attivato dal 19 marzo questo gruppo di lavoro per assicurare il servizio di telesupporto psicologico e teleriabilitazione. Il lavoro si svolge da remoto con linee di telefono dedicate, videochiamate esercizi per la riabilitazione on line. Per Buono “questa iniziativa va incontro ai bisogni delle persone che si trovano in condizioni di fragilità che soffrono a causa di questa particolare situazione determinata dalla pandemia”. Aggiunge Buono che l’iniziativa sta dando buoni risultati ed è molta apprezzata dalle famiglie. Il gruppo si è inizialmente concentrato sulle reazioni allo stress e le paure del contagio e successivamente su attività più strutturate di training di trattamento psicosociale, educativo e neuropsicologico consolidando le attività di training di trattamento. Il gruppo fa anche attività di diagnosi a distanza, che in futuro sarà ulteriormente potenziata perché – come spiega Buono – “durante la fase di restrizione sociale le persone con disabilità intellettiva e chi soffre di decadimento cognitivo o demenza, sono vulnerabili all’ansia, alla depressione, allo stress, si agitano facilmente, diventano diffidenti e talora aggressivi”. Perché si fa tutto questo? “Per non perdere i risultati raggiunti nel tempo con le persone che si rivolgono all’Oasi e soprattutto e perché non abbiamo voluto abbandonare i nostri ospiti speciali e le loro famiglie”, è la risposta di Buono.

Silvano Privitera