Per gli investigatori la donna “dimostrando fierezza del ruolo ricoperto dal padre all’interno dell’organizzazione mafiosa e piena adesione alla stessa, non solo era solita compiacersi per il ‘rispetto’ che le veniva tributato, ma, approfittando della sua professione, incontrava presso il suo studio legale di Barrafranca gli affiliati”. Una donna boss per gli uomini dell’Arma che insieme al fratello partecipava in pieno alle “scelte strategiche del gruppo criminale, organizzava gli incontri presso la casa di Catania (dove il padre stava scontando i domiciliari per ragioni di salute, ndr) e, ancora una volta sfruttando il suo ruolo di legale, attuava una serie di manovre volte ad evitare il ritorno in carcere” dell’anziano capomafia. “Nel progetto di riorganizzazione della famiglia mafiosa posto in essere da Raffaele Bevilacqua – concludono gli investigatori – hanno assunto un ruolo cardine i suoi figli Flavio Alberto e Maria Concetta, quest’ultima avvocato del foro di Enna. Il primo era l’interfaccia del padre con il territorio e in tale prospettiva si è occupato di tenere i contatti con gli altri affiliati e di concordare le azioni da intraprendere”.
news di riferimento:
Barrafranca e Pietraperzia. Mafia, operazione “Ultra”: asse Sicilia-Germania, 46 arresti, sequestro di beni per oltre 1mln. Nomi arrestati, anche una minorenne