A Leonforte scontro di interessi in via Granfonte… le ragioni dei cittadini

In attesa del dissesto continua la querelle sui lavori di messa in sicurezza di via Granfonte. Il dott. Alfredo Crimì, attento conoscitore del territorio e amante della cultura leonfortese, ha domandato su Facebook come fosse possibile lo scempio che in quel sito stava consumandosi, nel silenzio e nella disattenzione degli attenti di professione. A lui, sempre su Facebook, ha risposto il vicesindaco Salvatore Campione che ha indetto un summit in loco, invitando i cittadini interessati alla cosa pubblica e alla verità. Domandiamo: è istituzionalmente ortodossa questa riunione? E’ possibile dare spiegazioni su quanto sta succedendo senza contrapporre chi ha operato certo del fatto suo e chi pretendo il rispetto per i vincoli urbanistici e paesaggistici invoca ordine per la zona storica? Come deve muoversi il cittadino che possedendo un immobile nel centro storico volesse metterlo in sicurezza, senza incappare in lacci burocratici, lungaggini snervanti o inciampi penali, qualora si verificassero danni per i passanti? Ancora e sempre in attesa delle risposte invitiamo, su suggerimento del dott. Crimì, a fare due passi nella zona storica/disatrata. Macerie, erbe infestanti, ratti e sporcizia si alternano a saracinesche in alluminio, protuberanze di moderna costruzione su vecchie case, strade ostruite per varie ragioni, illuminazione pubblica scarsa o assente e senso di abbandono ovunque. La mancanza di un attento studio, necessario alla stesura del lungamente atteso P.P. (Piano Particolareggiato) ha reso impossibile nel corso dei decenni ogni intervento atto a velocizzare e rendere univoche le azioni di salvaguardia e recupero. Abitare fra case abbandonate da tempo e vivere i disagi dell’umidità perenne e persistente, degli insetti, dei ratti e del pericolo di crollo di muri o intonaci o tetti è inammissibile e infatti ogni forza partitica in campagna elettorale dedica buona parte del programma al “recupero della zona storica”, salvo dimenticarsene appena insediata. L’ultimo sindaco che realizzò un efficace lavoro in quella zona fu il prof. Sammartino, venti anni fa e ancora oggi ne beneficiamo. Cosa deve fare il cittadino che sceglie di abitare la zona storica oggi? Adeguarsi a improponibili soluzioni abitative o agire e sperare che nessuno si intrometta in nome della storia e della cultura? E’ ancora possibile salvare il centro storico? Sarebbe auspicabile raccogliere le pietre significative: portali, architravi, chiavi di volta, “canali” di locale fattura e ogni elemento riutilizzabile che racconta la capacità delle nostre maestranze per ordinarlo in un museo o usarlo per la ricostruzione di quanto oggi si sta perdendo? Quante case dirute e pericolanti e pericolose andrebbero rimosse? Lasciare il singolo a decidere e fare è irresponsabile.

Gabriella Grasso


A seguito di quanto sopra riguardante i lavori di via Granfonte è arrivata la telefonata della signora Salanitro, proprietaria con il marito dell’area interessata. La signora Alessia Salanitro ha spiegato le motivazioni di chi ha investito i propri denari nella zona storica e ha agito per l’incolumità dei passanti: “tanti ragazzini passano a piedi e in bicicletta dalla via Granfonte e quel muro era pericoloso, da anni”. Continua la signora Salanitro: “abbiamo levato camion di immondizia e detriti vari implosi all’interno della vecchia costruzione. La rimozione degli stessi è stata a totale cura e spese nostre ed ha comportato inevitabilmente l’abbattimento del muro antistante via Granfonte. Noi abbiamo regolarmente chiesto al comune l’approvazione a procedere”. Questa è in sintesi la farsa drammatica di una assenza procedurale che lascia vuoti e problemi invece che soluzioni necessarie. Gli edifici pericolanti sono innumerevoli nella zona storica, cosa succederà da ora in poi? Come devono agire i cittadini leonfortesi che abitano quelle traverse? Chi tutelerà loro e gli altri? A oggi ci sono solo cittadini costretti ad agire per evitare danni gravi a cose e persone e ambiguità sulle procedure operative. Si chiarisca a breve questo annoso tema perché così è incivile e indecoroso procedere. “Il vicinato” ha concluso la signora Salanitro “è intervenuto in nostro favore perché quell’angolo era diventato un ricovero di ratti e spazzatura accumulatasi negli anni”. Era doveroso dare parola ai diretti interessati che hanno ribadito quanto già scritto.