Leonforte. Una Gioiosa Saggezza

Presso i locali della biblioteca comunale di Leonforte, venerdì 11 settembre, si è tenuto un incontro di lettura sullo scritto “Una Gioiosa Saggezza”. Lo scritto, voluto fortemente dal professore Vicari, collaborato dal prof. Vanadia, La Porta, dalla prof. Calì e dal dott. Crisafulli, è un’antologia di ricordi sul prof. Emilio Speciale il cui curriculum occuperebbe l’intero articolo. Di Eco fu discepolo il prof. Speciale e come Eco, analizzò la contingenza per comprenderne le sfumature e i mutamenti. Fu un uomo irriducibile a una specifica cifra intellettuale e per ciò il suo paese non lo comprese. Questo durante l’incontro è stato più volte detto dai partecipanti che ricordando l’amico, hanno ricordato i fasti di un paese omologato culturalmente al pensiero dominante e poco incline al confronto. Del professore Speciale è stata ricordata la passione per la conoscenza in ogni sua forma e la curiosità e il desiderio di ascoltare l’altro non per smentirlo, ma per capirne il pensiero e lo spirito. Leonforte vive un momento di depressione collettiva, la mancanza di opportunità di aggregazione e religiosa e culturale, la paura per la malattia e l’assenza di prospettive sono state acuite dalle restrizioni sanitarie. Sarebbe necessario creare piccoli spazi di incontro per ritrovarsi e confrontarsi anche sui temi più divisivi. Emilio Speciale è stato ricordato come suggeritore della compagnia teatrale “Tano Valenti”, come antagonista intellettuale e instancabile osservatore. Del suo Blog su Leonforte sono stati letti alcuni passaggi e a chiusura dell’incontro il prof. Vicari ha chiosato con una sua elegante quanto caustica considerazione: “Una comunità che non metta mai in gioco se stessa, che non osi mai oltrepassare i propri limiti, ma che anzi se ne compiaccia stoltamente, pensando di non dover mai migliorare, ritenendosi perfetta, è una comunità che, presto o tardi, diverrà regno incontrastato dei farabutti e degli imbecilli: le solo categorie umane che hanno raggiunto la perfezione”. Nel salutarsi i convenuti hanno espresso il desiderio di rivedersi per leggere e discutere ancora di altri libri e altri uomini degni di stima e a convincerli sono state le parole della signora Angela Ilardo, bibliotecaria indefessa: “Non lasciate che la biblioteca muoia, ma abitatela con le parole e le idee”.

Grabriella Grasso