Presentato a Troina da Terzo Tempo Irish Sport Pub il libro “Le ciociare di Capizzi” di Marinella Fiume

TROINA. Con la presentazione del libro “Le ciociare di Capizzi”, curato da Mariella Fiume, nella chiesa Santa Caterina, sono cinque le presentazioni di libri che “Terzo Tempo Irish Sport Pub” ha organizzato da quando ha aperto i battenti, poco più di un anno fa. Normalmente la presentazione di libri si fa all’interno del pub, che nell’arredamento non ha nulla da invidiare ad un buon pub irlandese o inglese, ma in tempi da covid19 si è dovuto ricorrere alla chiesa Santa Caterina, a due passi dal pub, che padre Delfio, il parroco, ha messo gentilmente a disposizione. Nella chiesa c’è lo spazio sufficiente per garantire lo svolgimento dell’evento nel rigoroso rispetto delle norme anticovid 19, come ad esempio quella che dispone il distanziamento fisico interpersonale di almeno un metro. Il libro è il risultato di un lavoro collettivo di ricerca sulla terrificante esperienza vissuta dalla popolazione di Capizzi per una decina di giorni tra la fine di luglio e la prima metà di agosto del 1943 durante la seconda mondiale. Aggregati alle forze militari angloamericane c’erano i “goumier”, truppe coloniali francesi composte da marocchini, algerini, tunisini e senegalesi. Nella battaglia di Troina combattuta allora da angloamericani contro italiani e tedeschi, i goumier furono dislocati a Capizzi. Durante la loro permanenza a Capizzi, i goumier compirono dei veri e propri crimini di guerra come la violenza sulle donne. Dopo aver chiesto invano al comando angloamericano di porre fine a quelle violenze sulle loro donne, i capitini capirono che dovevano vedersela da soli. E cosi fecero organizzando una sorta di controffensiva. La violenza sulle donne è un crimine orribile, che lascia ferite profonde non solo nel corpo ma anche e soprattutto nella psiche. I capitini non abbandonarono le loro donne che subirono terribili violenze, ma stettero a loro fianco anche dopo, dando prova di profonda sensibilità e di grande civiltà. Le socie della Fidapa di Capizzi, coordinate dal Marinella Fiume, hanno raccolte le testimonianze delle sopravvissute a quella tragica esperienza e di quanti, pur non avendola vissuta, ne avevano sentito parlare dai genitori e dai nonni. Delle testimonianze raccolte ne hanno fatto un pregevole libro. Del libro scritto a più mani hanno parlato Grazia Livolsi e Silvano Privitera con Marinella Fiume, Melinda Calandra e Giuseppe Vivaldi, che sono tre dei coautori del libro, mettendo in risalto gli aspetti più specifici di quel tragico evento. Tra questi c’è quello che ha a che fa con un vero e proprio scontro di civiltà: da un lato quella preislamica dei goumier che vedeva in Capizzi e nelle sue campagne la terra straniera conquistata da depredare e simbolicamente fecondare attraverso lo stupro delle donne e dall’altro la cultura di un società agropastorale che vede la terra originaria come una sposa e madre propria e dei propri figli, che va lavorata, custodita e trasmessa. Un tragico conflitto giocato sul binomio “terra-donna”.