Leonforte è in già in lockdown?

E’ venerdì sera, e il corso Umberto I è deserto. Nessuno passeggia, nessuno sosta davanti ai bar, c’è silenzio e mestizia. La paura ha preso il sopravvento, di nuovo. Il virus c’è, è innegabile; è c’è anche la consapevolezza che nulla è stato realmente fatto per arrestarlo. La colpa è di un Governo incapace di agire sui trasporti pubblici e sulla medicina territoriale, di Arcuri che tarda a trovare nuovi posti di intensiva, come tardò con le mascherine e con i banchetti a rotelle, ma è meglio incolpare la movida estiva e i giovani, irresponsabili per vocazione. il Ferro/Branciforti/Capra è stato adeguato alla nuova emergenza? O basterà una tenda da campeggio con su scritto Pre-Triage? (non diamo colpe All’Asp ennese, sappiamo benissimo che dipende da Razza). Non bastano le dosi di vaccino influenzale, non c’è segno delle USCA, i tracciamenti sono caotici e i tamponi immediati solo se a pagamento. Così è ovunque, ma questo non consola. Altrove, al Nord, passata questa piaga mondiale l’economia ripartirà, al Sud, a Leonforte questa ennesima disgrazia sarà letale. I pochi negozianti del Corso hanno resistito nonostante i progressisti della ZTL, ma resisteranno a queste nuove restrizioni? I gestori di bar e di ristoranti e di B.B. cosa faranno per tappare le falle di un turismo inesistente? Sappiamo, anche se costa dirlo, che salteranno le feste perché sarebbe irresponsabile avvallare assembramenti da “artara” e da processione e sappiamo che tutto questo esaspererà gli animi ma cosa possiamo fare? Il Covid c’è e noi, noi tutti, non sappiamo fermarlo.

Gabriella Grasso