Al Chiello di Piazza Armerina un nuovo Direttore

E’ di questa mattina la notizia che, arriva tonante, al presidio ospedaliero di Piazza Armerina: ”E’ arrivato un nuovo dirigente… è arrivato San Martino”. Conoscete la storia di questo santo? San Martino Vescovo, è conosciuto per il dono del mantello. Il Santo nel vedere un mendicante seminudo patire il freddo, gli donò mezzo mantello, poco dopo incontra un altro mendicante e gli regala l’altra metà; a quel punto il cielo si schiarì e la temperatura si fece più mite, da qui l’espressione di “estate di San Martino” e anche “ a San Martino ogni mosto diventa vino”. E’ patrono dell’Arma di Fanteria e protegge albergatori, bottai, mariti traditi mendicanti, ubriachi e viaggiatori… un perché ci sarà. Ma perché proprio all’ospedale di Piazza Armerina? Facile, protegge gli albergatori? E proprio l’ospedale M. Chiello che sta per diventare un “albergo”… ”Benvenuti all’Hotel M. Chiello, 3 stelle”. Gli ordini arrivano dall’apice aziendale, a seguire tutti i discepoli, che ordinano lo smantellamento dei reparti, tutti; dimissioni di pazienti e trasferimento di altri all’Umberto I di Enna; trasferimento di tutto il personale sanitario e non e nessun ricovero. Sanificazione? Santificazione? No, ospedale Covid. Ma ospedale Covid con attivazione della terapia intensiva? No. Covid per ammalati a media e bassa gravità, cioè, non necessitano di terapia intensiva, possono essere gestiti con poco personale, andranno ad occupare ben settanta posti, una nuova casa di riposo insomma, con qualche stanza per i più giovani, per i quali saranno organizzati, prima delle dimissioni, rinfreschi e cotillon, ed un biglietto da visita per un “non si sa mai”. Il post Covid però, lascerà un ospedale dismesso, vuoto e chiuso. Evviva San Martino. Oggi, 11 novembre, incontro del sindaco Cammarata e dell’onorevole Lantieri con l’Assessore Razza. Il sindaco della città dei mosaici, proporrà due soluzioni: “Ospedale Covid, con promiscuità, quindi un reparto tutto per i degenti covid e tutto il resto per l’ordinario, ma si rischierebbe il contagio del personale e di altri degenti con diverse patologie; altra soluzione, la più plausibile, a livello di rischio sanitario, organizzativo e cosa più importante che, nel dopo covid resterebbe l’ospedale “APERTO”, un ospedale tutto covid che sia di riferimento non solo per tutto il territorio della provincia ma per tutta la regione Sicilia. In questo modo, sarebbe assicurata la terapia intensiva funzionante, con i sei posti già in essere e con l’aggiunta di altri quattro; il pronto soccorso esistente per l’ordinario, quindi nessuna paura di recarcisi, ed un pronto soccorso indipendente e solo per casi covid da altro ingresso. Altrimenti? Il nulla, tutto dovrebbe restare così per come è stata gestita la prima ondata da Covid, il Chiello a supporto dell’Umberto I di Enna. Ma, a parte l’organizzazione logistica, questa la proposta che si presenta come “salva ospedale”, in caso contrario l’ospedale piazzese è già “CHIUSO”.
Non ci resta che pregare e caso mai ubriacarci. Ora, in considerazione che tutto ciò è volontà della politica, siamo tutti in attesa di ciò che riuscirà a fare questa politica per la città dei mosaici, per la salute dei piazzesi. Oggi alle 15, un Consiglio comunale si svolgerà proprio in ospedale, alcuni potranno dire: “tardu c’ stata p’nzanu” noi rispondiamo “ ogg’ è San Martino, e s’ nama m’b’rriacara l’amma far di vinu bonu”. Piazza Armerina chiama Enna… Piazza Armerina chiama Enna… Enna rispondi… anzi, lascia perd…..passo e chiudo.

“A colui che può fare assai di più e immensamente al di là di quello che noi domandiamo e pensiamo per la sua potenza operante in noi a lui la gloria…” (San Paolo)


Anna Zagara

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redazione-vivienna