Direttore Generale ASP Enna: “Leonforte o Morte?”

Il Ferro/Branciforti /Capra accoglierà i pazienti Covid a bassa intensità. L’Unità di Crisi Aziendale, della Provincia di Enna, ha ritenuto opportuno disporre il trasferimento presso l’Ospedale di Leonforte dei pazienti Covid in via di guarigione ossia dei degenti, bisognosi di assistenza e controllo, ma meno di specifiche cure e ancor meno di strumenti adeguati e personale preparato all’uopo. All’F/B/C giungeranno cioè i convalescenti come già accadde nella tarda primavera scorsa perché altro Leonforte non merita. Alla domanda: “perché solo questo a Leonforte?” Il dott. Iudica risponde: “Non è tutto riducibile a Leonforte o morte”. E al dott. Iudica, D.G dell’Asp di Enna impegnato in prima linea in quella che egli stesso ha definito una guerra, abbiamo chiesto quali sono i criteri di discernimento che hanno preferito il Basilotta di Nicosia, per la terapia intensiva non Covid, al Ferro/Branciforti/Capra di Leonforte, essendo quest’ultimo maggiormente fruito per bacino d’utenza e certamente meglio raggiungibile. Il dott. Iudica ha risposto, che la struttura ospedaliera leonfortese è carente di strumenti e personale per l’’ossigeno terapia necessaria alle cure per il Sars CoV2, così come il Chiello di Piazza Armerina. L’inadeguatezza delle strutture territoriali era nota da tempo eppure nulla è stato fatto per potenziarle, su questo punto il D.G. di Enna riconosce la carenza dei due nosocomi e rimanda a gestioni economiche regionali che non possono ricondursi a strategie geopolitiche, ma a dati e contingenze inoppugnabili. Iudica insiste nell’affermare che medici e infermieri chiamati a occupare i posti vacanti a Leonforte e Piazza Armerina hanno rifiutato. Perché? Domandiamo. “Perché non sono allettanti professionalmente”. E sulla possibilità di intervenire l’estate scorsa per affrontare la seconda, annunciatissima, ondata risponde che non è argomento di sua competenza. Sul vaccino stagionale ci rassicura e garantisce l’arrivo della seconda tranches entro la fine del mese appena in anticipo su quello Covid. Enna dal canto suo dialoga direttamente con l’Assessore alla salute e a proposito della conversione della struttura di Pergusa in Covid Center o post Center così risponde lo stesso Assessore Razza:
“Nel corso dell’estate sono stati proprio gli amministratori e l’Asp di Enna a chiedere di non coinvolgere la provincia nella pianificazione Covid, per evitare di paralizzare le attività di assistenza ai cittadini di una provincia che aveva molto pagato la prima ondata. La pianificazione regionale ha sempre previsto, il ricorso a strutture ennesi che, ad oggi, hanno svolto un ruolo encomiabile è ampiamente satisfattivo dei bisogni provinciali, fermo il principio di rete regionale del sistema sanitario. Oggi il sindaco del capoluogo parla della struttura di Pergusa avendo appreso che in questi giorni si è già provveduto a dare impulso al completamento dei lavori con risorse anticipate dalla Regione, essendo da quasi due anni attese quelle nazionali delle quali non si ha alcuna notizia. Trovo singolare che si continuino a dare informazioni appaiono solo politicamente orientate. Il sindaco sa bene di avere avuto sempre l’Asp accanto, per quel dialogo istituzionale che non è mai mancato”.
La tecnica dello scarica barile da Roma in giù è imperante e la regionalizzazione della salute pubblica a questo ha portato: nessun interesse per il paziente e un continuo e inarrestabile “non è di mia competenza”.
Avrà Enna i frigoriferi per il vaccino anti Covid? Si approfitti del Black Friday per il tempestivo acquisto altrimenti anche di questo scriveremo l’anno prossimo.

Gabriella Grasso