Pandemia: nota del Partito Democratico di Enna

Il Segretario Provinciale del PD, Vittorio Di Gangi, ritorna all’attacco sulle problematiche di questa pandemia, questo il testo integrale della nota:
A volte i numeri dicono da soli più delle parole.
Man mano che passano i giorni diventano sempre più evidenti le carenze organizzative nel sistema sanitario regionale e provinciale.
I contagi sembrano essere fuori controllo e la conseguenza è quella di dover chiudere diverse attività commerciali, non certo per una decisione arbitraria del governo nazionale ma per l’incapacità, dimostrata dal Governo Musumeci ed in particolare dell’assessore alla Salute Ruggero Razza, di riorganizzare per tempo la rete ospedaliera e le strutture di supporto all’emergenza Covid19.
Non meno pesanti sono le responsabilità della Direzione generale dell’ASP di Enna che non ha ad oggi organizzato un serio e qualificato piano di intervento per far fronte alla seconda ondata di contagi che vede la nostra provincia largamente coinvolta.
Abbiamo assistito in questi mesi a dimissioni mai rese operative da parte dell’attuale Direttore generale perché in contrasto con le direttive dell’Assessore Razza, ma poi ognuno è rimasto al proprio posto.
Assistiamo costantemente a comunicati dell’Asp sulle varie assunzioni che si fanno ma nulla viene detto sul numero dei contagi, dei ricoverati nelle strutture ospedaliere e nelle terapie intensive, dei guariti, dei tamponi effettuati giornalmente o sul tempo che intercorre per avere l’esito.
Un giorno viene dichiarato che l’Ospedale Umberto I di Enna non sarà l’unico Ospedale ad accogliere pazienti Covid, qualche giorno dopo si viene a sapere dell’esatto contrario.
Un giorno si dichiara che l’Ospedale Chiello di Piazza Armerina verrà riconvertito in Ospedale Covid, 2 giorni dopo si dichiara che l’Ospedale Chiello ha delle carenze strutturali tali da non poter accogliere pazienti Covid e si decide di approntare dei posti letto COVID a Nicosia.
Un giorno si dichiara che presso l’Ospedale Umberto I verranno garantire le cure ai pazienti di patologie non Covid, qualche giorno dopo si scopre che vengono ridotti o riconvertiti i posti di alcuni reparti tra cui la medicina generale o addirittura spostati in altri Ospedali.
Un giorno si dichiara che la provincia di Enna avrà la disponibilità di 60 posti per ricoveri ordinari, 10 per la terapia intensiva e 10 per quella semintensiva, qualche giorno dopo si apprende che Enna dovrà contribuire con 140 posti di degenza ordinaria, circa 20 per la terapia intensiva e 30 per quella semintensiva.
Il fatto vero, così come dichiarato dai Sindaci del PD nella conferenza dei Sindaci di qualche giorno fa, è che non siamo preparati per affrontare questa forte onda d’urto che si sta abbattendo sulla nostra provincia. Il Governo regionale e la Direzione generale dell’ASP di Enna non hanno sfruttato al meglio questi ultimi 3/4 mesi; non hanno posto rimedio ai tanti errori e ritardi riscontrati nella prima fase e non hanno approntato un serio e credibile piano sanitario.
Nel frattempo si assiste ad una diffusione rapida del virus in tutti i Comuni della provincia così da costringere a dichiarare, ad esempio, Centuripe zona rossa e chiudere le scuole di ogni ordine e grado in svariati Comuni.
Mentre a settembre i nuovi contagiati erano appena 61 (2 al giorno di media), nel mese di ottobre sono aumentati di altri 367 (12 al giorno di media), nei primi 10 giorni di novembre di ulteriori 300 unità (30 al giorno di media), negli ultimi 2 giorni di altri 142 (71 al giorno di media).
Al fine di cercare di contenere la diffusione del contagio occorre:
• Potenziare immediatamentela medicina del territorio e con essa le Unità Speciali di Continuità Assistenziale (USCA), garantendone almeno una per ognuno dei quattro distretti socio-sanitari.Il loro compito,infatti, sarebbe quello della gestione domiciliare (consulto telefonico, visite domiciliari) dei pazienti affetti da Covid-19 che non necessitano di ricovero ospedaliero e non soltanto quello di effettuare i tamponi.
• Dare risposte immediate alle domande o alle richieste di aiuto dei cittadini, attraverso un più efficiente servizio di call center. I cittadini hanno tutto il diritto di sapere come comportarsi e a chi rivolgersi in caso di necessità.
• Potenziare il tracciamento dei contatti e dei casi sospetti per consentire ai medici di base e alle USCA di assistere a domicilio i soggetti contagiati evitando così di intasare gli Ospedali;
• Comunicare quotidianamente, anche a mezzo stampa, la situazione dei contagi, dei ricoveri, dei guariti e dei decessi, così come avviene a livello nazionale e regionale.
• Rendere trasparenti e pubbliche le scelte operate dalla Direzione Generale dell’ASP in piena condivisione con i rappresentati delle varie comunità locali.
• Attivare un’azione di Coordinamento permanente tra tutti i Sindaci della Provincia con l’ASP e con la Prefettura per far sì che le azioni di un singolo Comune non confligganocon quelledegli altri Comuni limitrofi.
• Avviare screening di massa,non soltanto sulla popolazione scolastica delle scuole superiori, ma anche su altre categorie tra cui gli anziani, le RSA, i centri di accoglienza,i dipendenti pubblici, ed estenderli anche ai Comuni più piccoli.
• Far fronte alla carenza di personale medico e infermieristico con un maggior coinvolgimento dei medici di famiglia e perché no anche dei veterinari.
• Garantire il ritiro dei rifiuti prodotti dai soggetti contagiati, in isolamento fiduciario o in quarantena presso la propria abitazione. Il fenomeno, con l’espandersi della pandemia, è diventato di forte attualità. Bisogna garantire la salute dei cittadini e degli operatori ecologici a cui vanno assicurati gli adeguati dispositivi di protezione individuali.
Da mesi chiediamo ai vertici dell’Azienda Sanitaria Provinciale e Regionale di riorganizzare la rete sanitaria territoriale ed ospedaliera cercando di evitare la commistione tra reparti COVID e reparti ordinari. I numeri di questi giorni ci dicono che poco è stato fatto. Noi continueremo, anche attraverso i Sindaci, ad adoperarci affinchè venga garantito a tutti il diritto ad essere curati.