Villarosa: nessuna svolta per la mensa scolastica, in genitori: “rimodulare il tempo prolungato”

Villarosa. A quasi due mesi di distanza dall’avvio delle lezioni nessuna svolta per la mensa scolastica, già mancante da anni, della primaria e secondaria dell’Ic De Simone. “Nonostante questo si sono approntati ugualmente piani didattici con il tempo prolungato”, con la conseguenza di pesanti ripercussioni sulla gestioni dei figli da parte dei genitori, a cui era stata data un barlume di speranza che la refezione sarebbe stata ripresa. Almeno, era questa l’intenzione dell’amministrazione comunale scaturita nel corso del consiglio comunale che si è svolto il 17 settembre scorso; però, a causa della pandemia, è probabile che slitta tutto. Intanto i genitori dei giovani studenti si erano organizzarsi per portare direttamente a scuola il pranzo, ma il dirigente scolastico Filippo Gervasi li ha dovuti stoppare. “Quest’anno purtroppo – dice Gervasi – con i protocolli anticovid c’è anche il divieto di portare dei pasti. E’ una modalità prevista in tutte le scuole”. Un divieto non condiviso da parte del comitato dei genitori che, in altermativa, invece propone una “rimodulazione del tempo prolungato”. Che non è quello deliberato dal consiglio d’istituto “di instaurare un tempo prolungato con la concessione di andare a prendere i figli a scuola per il pranzo alle 13 e riportarli indietro alle 14”. “Vista l’impossibilità di avere la mensa scolastica in tempi brevi di fatto dovrebbe già impedire l’attivazione del tempo prolungato; come si è fatto in altre scuole della stessa provincia di Enna, ridurre le ore da 60 a 50 minuti ed effettuare un orario 7,50-14,30 per 5 giorni alla settimana, evitando questo continuo andirivieni dalla scuola. Dunque chiediamo al dirigente: perché continua a rifiutarsi di concedere una diversa formulazione dell’orario”? “E’ una richiesta avanzata non da tutti i genitori -afferma il dirigente Gervasi -. Non è che la richiesta di alcuni può limitare il diritto di usufruire il tempo scuola di altri. E comunque il tempo scuola, anche scelto da una sola persona, deve essere garantito. Se la rinuncia sarà all’unanimità, in quel caso ne prendo atto, faccio la comunicazione all’ufficio scolastico provinciale e poi saranno loro a decidere. Ci vuole un po’ di buon senso da parte di tutti -conclude Gervasi – vista l’eccezionalità del momento che stiamo attraversando”. Insomma, la soluzione è una sola: l’attivazione della mensa e di questo se ne deve fare carico l’amministrazione comunale. Scrive in un post la consigliera Katya Rapè: “Le risorse finanziarie ci sono, circa 120 mila euro, e non è possibile che la pigrizia nel mettere in campo un’organizzazione complessa quale l’istituzione del servizio mensa, metta in discussione la serenità di famiglie ed allievi e leda il fondamentale diritto allo studio dei nostri ragazzi”.

Giacomo Lisacchi