Enna. Dott. Franco Costanza, pediatra al PPI: i bambini al tempo del covid-19

La pandemia da Sars CoV-2 ha destabilizzato certezze e quotidianità. I fragili e fra di essi gli anziani hanno patito e maggiormente sofferto a causa del virus ma poco si è detto di giovani e bambini. Abbiamo chiesto al dott. Franco Costanza, stimato professionista, in servizio anche al pronto intervento pediatrico presso il  i locali Asp di Enna alta, ex Inam, sede attuale della guardia medica, come il covid-19 ha agito su di loro.

 

In quale percentuale ha inciso il covid-19 sui bambini?

I dati epidemiologici riportati dall’Istituto Superiore di Sanità mostrano che in Italia le diagnosi di Covid –19  in soggetti di età inferiore ai 18 anni sono circa l’ 1.9% del totale, così distribuiti per età: 0-1 anni 13.2%; 2-6 anni 17.4%; 7-17 anni 69.4%, con un tasso di letalità in età pediatrica di circa 0,07%.

 

I bambini sono sempre asintomatici? Sono sempre veicolo d’infezione?

Il virus SARS-CoV-2 si trasmette via droplets (letteralmente significa “gocciolina” e in campo epidemico si riferisce alla saliva nebulizzata, parlando con una persona infetta a distanza ravvicinata, oppure per colpa di un colpo di tosse o di uno starnuto, ci raggiunge trasmettendoci il virus) e attraverso il contatto diretto o indiretto con oggetti infetti. Non è ancora chiaro il tempo di permanenza del virus sulle superfici, ma è stata descritta una maggiore stabilità su plastica e acciaio con permanenza di circa 48-72 ore, rispetto a rame e cartone su cui si registra una permanenza di circa 4-8 ore.

Rispetto ai pazienti adulti, i bambini presentano un quadro clinico “blando” con minore necessità di cure intensive.

 

Dunque i bambini si possono infettare, ma spesso senza conseguenze.

Come mai ?

Tra le ipotesi più accreditate, la minore espressione di recettori ACE-2 nel naso e la possibilità di ritrovarsi di fronte ad una risposta immunitaria più efficace, sia per via delle frequenti  infezioni  nell’infanzia sia per le diverse vaccinazioni ricevute. E’ come se l’apparato immunitario del bambino fosse più “allenato”.

SARS-CoV-2 determina un’infezione virale acuta delle vie respiratorie sia alte che basse con un periodo di incubazione compreso tra 1 e 15 giorni (in media 3-7 giorni). I sintomi più frequenti sono febbre, tosse, mal di gola, cefalea, astenia e sintomi gastrointestinali. La diarrea è il sintomo gastrointestinale più frequente in età pediatrica (8-9%). I bambini più grandi e gli adolescenti lamentano, come gli adulti, disgeusia (alterazione del gusto) e anosmia (parziale o totale perdita dell’olfatto).

Data  la frequenza di forme paucisintomatiche in età pediatrica, è verosimile che il bambino possa essere frequente vettore di infezione per soggetti adulti ed anziani.

 

Come curate i bambini?

Dato il decorso paucisintomatico dei bambini affetti da COVID-19, in buona parte dei casi va assicurata solo una terapia domiciliare di supporto.  Per la gestione della febbre si predilige l’uso del paracetamolo.  Considerato il prevalente coinvolgimento respiratorio, in caso di necessità di trattamento inalatorio con cortisonici e broncodilatatori, si suggerisce l’utilizzo di sospensioni pressurizzate con distanziatore a dispetto dei nebulizzatori, che potrebbero aumentare la contagiosità per l’aerosolizzazione di particelle.

 

I pediatri come stanno reagendo? Ci giunge notizia che molti non visitano in presenza ma da remoto (con l’ausilio di cellulari) e prescrivono tamponi a iosa. Molti  genitori temono di ricorrere al pediatra per timore di dover ripetere il tampone già fatto più e più volte al bambino e azzardano con quanto si ha in casa. Cosa può dire in merito?

I sintomi del Covid-19, soprattutto nel bambino, sono molto simili ad una comune infezione respiratoria o gastrointestinale virale; pertanto è necessario  rivolgersi al Pediatra che, valutato il caso, stabilirà, se necessario o meno, provvedere alla richiesta di un tampone. Spessissimo il tampone è indispensabile per stabilire se i sintomi sono legati al virus Sars-CoV-2 o a virus parainfluenzali o influenzali (ecco perché l’utilità della vaccinazione antinfluenzale).

Noi Pediatri in questo periodo stiamo continuando a controllare i nostri piccoli pazienti programmando i controlli di routine (i cosiddetti bilanci di salute, e non solo). Inoltre, secondo Istituto Superiore di Sanità, a causa della pandemia, si è verificata una riduzione generale delle normali attività vaccinali.  Quindi, è importante in questa fase recuperare tutte le sedute di vaccinazioni obbligatorie che non sono state eseguite.

A ciò deve aggiungersi una pronta e capillare attività di comunicazione  alle famiglie, che prevede la corretta igiene delle mani, il rispetto del distanziamento sociale ed il corretto utilizzo delle mascherine.

 

Nel 2019 il totale dei nati in Italia ha segnato, per il settimo anno consecutivo, un nuovo record negativo: il valore più basso mai registrato in oltre 150 anni. La paura di non poter garantire al nascituro un mondo sano  ha inciso?

Tale dato è certamente da mettere in relazione al “clima di paura e incertezza” e alle crescenti difficoltà economiche che sono sotto gli occhi di tutti.

 

Grazie dott. Franco Costanza

(a cura di Gabriella Grasso)