Il primo cittadino risponde alle proteste suscitate dalla parziale revoca dell’ordinanza riguardante la chiusura delle scuole con una critica severa al DPCM. “I nostri cuccioli” afferma il sindaco Barbera devono essere protetti e se i numeri dei positivi a Leonforte sono calati lo si deve alle restrizioni severe ed innanzitutto alla chiusura delle scuole che “purtroppo non rendono facile la gestione dei contagi”. L’ufficio legale del comune di Leonforte provvederà a verificare la legittimità della congruenza del DPCM. Il sindaco ha rassicurato i genitori preoccupati per la riapertura di questi cinque giorni: “Andrò io personalmente a verificare lo svolgimento delle lezioni”.
Sulla protesta spontanea dei “mercanti in fiera” il sindaco ha ancora una volta criticato il DPCM nello specifico l’allegato nove, che impone il distanziamento fisico fra gli acquirenti di almeno un metro. Il mercato del venerdì di Leonforte non è “con tutto il rispetto il mercato di altri paesi” viciniori. Sulla fattibilità dello stesso dunque il sindaco rimanda a un confronto con i rappresentanti degli ambulanti per addivenire a una soluzione possibile. Fino a cessato DPCM il mercato del venerdì non potrà svolgersi come sempre e del mancato guadagno dei “firara” si facesse carico Conte.
Quanto sopra scritto è stato dichiarato e dall’assessore alla sanità e dal sindaco di Leonforte e ha suscitato un significativo dibattito fra quanti non comprendendo lo scambio di accuse fra amministratori attuali e ex amministratori, chiedono perchè comuni, anche di zone rosse, la scuola hanno riaperto nei giorni scorsi per assicurare le lezioni in presenza, necessarie alle categorie più fragili e socialmente e culturalmente. Il lavoro da remoto preteso dal DPCM per i funzionari comunali è altra cosa dall’insegnamento in classe, è stato più e più volte spiegato da illustri pensatori, il paragone- fatto dal sindaco- è quantomeno azzardato. I danni della clausura sanitaria sugli studenti più piccoli sono enormi e non mancano neppure le ricadute sull’occupazione femminile, sacrificata all’assistenza dei bambini costretti a casa . Sulle condizioni di lenta agonia dell’F/B/C si è giunti a una rassegnazione generale. Se in passato una speranza c’era oggi è chiaro anche ai più lenti che l’ospedale di Leonforte è una trappola per topi perché insiste a dichiararsi struttura di assistenza e ricovero e invece è solo uno scatolone vuoto, buono per coltivare consensi e clienti. Il territorio dell’entroterra siciliano dunque è in totale degrado: la sanità da tempo è inefficiente e ogni altra realtà scolastica e economica ne risente dato che il solo Umberto I di Enna non può, e ne ha dato dimostrazione, gestire da solo tutto. Ammalarsi da noi è fortemente sconsigliato perché non c’è modo di curare manco le sbucciature o le unghie incarnite. Restare a casa, fermi, è una forma di prevenzione.
Gabriella Grasso