FUE dice NO alle primule di Arcuri

FEU, filiera eventi unita, la nuova associazione a tutela di tutto il settore degli eventi boccia i centri vaccinali nelle piazze italiane a forma di primula. Lo fa in un comunicato stampa con il quale spiegano i motivi della protesta. “” L’ultima uscita del commissario all’emergenza Domenico Arcuri – scrivono- che ha lanciato il romantico progetto “L’Italia rinasce con un fiore”, firmato beneficamente dall’archistar Stefano Boeri, fa discutere gli associati FEU e non solo.” “Ci sono miliardi di gazebo -scrivono nel comunicato stampa – chiusi e fermi da marzo 2020 nei magazzini delle aziende e loro che fanno? Chiedono che vengano costruiti, con i soldi pubblici, delle nuove strutture, che non troveranno poi nessun altro utilizzo, dai costi esorbitanti, in un momento in cui non riescono neanche a dare ristori equi a tutte le persone. Continuando così a tenere immobili le nostre aziende e a far morire 570.000 addetti ai lavori” lamenta Adriano Ceccotti, presidente di FEU. L’associazione, nata da 35 giorni che chiede equi sostegni al Governo senza distinzione di codici ateco concentrata ora sul creare protocolli tecnici per una fattiva ripartenza, che ha al suo interno oltre 900 iscritti, 1700 aziende presenti sui gruppi e oltre 4400 su facebook, batte i pugni sul tavolo per farsi sentire, perché questa iniziativa pare ridicola. “In FEU siamo divisi in categorie e tra loro abbiamo le imprese di tensostrutture, sono 75, che con il loro materiale che hanno chiuso nei loro magazzini potrebbero coprire almeno 1.500.000 mq e che non sono stati presi assolutamente in considerazione per questa iniziativa”. Quindi non solo senza ristori dall’inizio della pandemia ma anche raggirati da iniziative irragionevoli. Ricordiamo che tutto il settore degli eventi, e parliamo del 2,5% del pil nazionale cioè circa 65 miliardi di euro annui, non ha ricevuto ristori perché considerati invisibili dai codici ateco e pare continuino ad esserlo. Non solo tensostrutture ma il progetto di Arcuri necessita di pannelli, divisori, porte, pedane, pavimentazioni, impianti elettrici, allestimenti interni, servizi di sicurezza… tutte professionalità che fanno parte della filiera degli eventi, e che sono in lockdown da marzo. E continuano ad esserlo. Nonostante ciò la filiera si rende disponibile ad aprire un dialogo propositivo con Arcuri e a proporre un progetto nel rispetto dell’emergenza sanitaria ed economica della nostra Nazione. Al momento troppe le cose da capire di questa iniziativa: dove finiranno poi queste strutture? Quanto costeranno? “Da una nostra stima interna – spiega Yuri Bricherasio referente della categoria tensostrutture e gazebo per FEU – essendo un progetto personalizzato ogni primula costerà dai 70.000 ai 100.000 euro”. E a conti fatti sostenendo Arcuri che “all’inizio ci saranno 300 punti di somministrazione per poi arrivare a 1500 gazebo nella fase massima” il costo per gli italiani sarà, stando ai conti fatti sommariamente da Bricherasio, di 150.000.000 di euro per vaccinarsi sotto una primula. Il tutto senza sapere con certezza neanche se i vaccini prenotati dall’Italia arriveranno nelle date previste. La serietà continua ad essere messa da parte dal cast del Governo che invece pensa a rendere simpatica solo la comunicazione. Però il Commissario straordinario, spiega che “molte aziende svolgeranno questa funzione pro bono, come ha fatto l’architetto Boeri”. Continua il rappresentante di categoria, “Ma nessuna delle nostre aziende ad oggi è stata chiamata né per un preventivo, né per partecipare ad una gara d’appalto, ne tantomeno per “regalare il frutto del loro ingegno – usando le parole di Arcuri – affinché gli italiani possano vaccinarsi”. E noi continuiamo a chiederci: “Perché non spendono questi soldi per gli ospedali utilizzandone diversamente molti meno per noleggiare piuttosto materiali già esistenti? Perché non possono darci equi sostegni e poi trovano i soldi per queste iniziative? Perché ci sentiamo così presi in giro?”. La primula per i vaccini sembra seguire la scia dei banchi a rotelle: inutile. L’Italia merita di più. ”

Agostino Vitale